Fragilità territoriale

In termini generali la fragilità consiste nella predisposizione di un oggetto o di una situazione a mutare il proprio stato in modo radicale a seguito di eventi inattesi accidentali. Essa può essere intesa in (almeno) tre accezioni.

In un primo caso la fragilità è una caratteristica costitutiva dell’oggetto o della situazione ed è da intendersi come uno stato originario che, se naturale, può essere o non essere compatibile con l’azione umana e, se artificiale, può essere esito di una azione di progettazione, consapevolmente o meno.

In un secondo caso, lo stato di fragilità è uno stato insorgente, essendo l’esito di un processo di allontanamento da uno stato di equilibrio e resistenza, che comporta l’affermarsi di uno stato di degrado.

Infine, lo stato di fragilità può essere l’esito dell’interruzione di un processo evolutivo di consolidamento, che riduce l’efficacia di trasformazioni in corso che non hanno ancora raggiunto uno stato di equilibrio, al quale contribuisce un’altra fragilità: quella dei dispositivi di trasformazione (piani, progetti, regole, politiche).

Il progetto del Dipartimento si propone di leggere e trattare la fragilità territoriale secondo queste diverse interpretazioni, a partire dal riconoscimento della centralità del tema per il nostro Paese e a scala globale.