Articolo – Fragilità Territoriali https://www.eccellenza.dastu.polimi.it Dipartimento di eccellenza Wed, 05 Oct 2022 14:24:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://i0.wp.com/www.eccellenza.dastu.polimi.it/wp-content/uploads/2020/05/cropped-cropped-favicon.png?fit=32%2C32&ssl=1 Articolo – Fragilità Territoriali https://www.eccellenza.dastu.polimi.it 32 32 176743178 Edward Blakely tra i docenti del corso interdottorato ‘Approches to Resilience’ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2022/10/04/edward-blakely/ Tue, 04 Oct 2022 14:04:41 +0000 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=7579

incontri

Edward Blakely in visita al DAStU

Il 26 settembre scorso, Edward Blakely, professore emerito della UC Berkeley, celebre per essere stato il Commissario straordinario per la ricostruzione di New Orleans dopo l’uragano Katrina, ha fatto visita al DAStU per incontrare Sandro Balducci e Francesco Curci. 
 

Anche nel 2023 Blakely sarà tra i docenti del corso interdottorato ‘Approaches to Resilience’ coordinato da Balducci e Curci per la Scuola di Dottorato del Politecnico di Milano e promosso dal DAStU nell’ambito del progetto dipartimentale sulle Fragilità Territoriali.

incontro tra Edward Blakely, Sandro Balducci e Francesco Curci
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il nuovo numero di TF | GIORNALE 02 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2022/06/10/il-nuovo-numero-di-tf-giornale-02/ Fri, 10 Jun 2022 13:56:13 +0000 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=7316

TF GIORNALE 02

EURA 2022 CONFERENCE. Defrag Europe: Fragility/Antifragility at play in contemporary Europe

È uscito il secondo numero del TF | GIORNALE, magazine del Progetto eccellenza dedicato all’esplorazione delle Fragilità Territoriali, promosso dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.

Questo numero è interamente dedicato alla conferenza EURA 2022 della European Urban Research Association e ospitata dal 16-18 giugno 2022 dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano. Il titolo della Conferenza è Defrag Europe: Fragility/Antifragility at play in contemporary Europe.​

All’interno le anticipazioni dei contenuti delle presentazioni dei keynote speakers e l’intero programma.
Ampio spazio del gionale è dedicato agli 11 temi di approfondimento attorno ai quali si concentrano i contributi dei partecipanti alla Conferenza e dei numerosi ospiti internazionali.
La sezione conclusiva del giornale è dedicata alla mission dei partner e sostenitori organizzativi di Eura 2022.

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TERRITORIO 97 – SPECIAL ISSUE https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2022/03/04/territorio-97-special-issue/ Fri, 04 Mar 2022 14:01:29 +0000 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=7110

TERRITORIO 97 - Special Issue

Territorio 97 Special Issue
I territori fragili della pandemia: interpretazioni, luoghi, progetti, politiche

La rivista Territorio dedica un numero speciale, interamente open access e accessibile a questo link, a una riflessione su pandemia e fragilità territoriali.

Parlare del nesso tra Covid, città e territori ha permesso anche di raccontare il progetto di ricerca sulle ‘Fragilità territo-riali’, avviato dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano all’inizio del 2018 e sostenuto da  un  finanziamento  del  Ministero  dell’Università  e  della  Ricerca  nell’ambito  dell’iniziativa  ‘Dipartimenti  di  Eccellenza  2018-2022′.

La straordinaria quantità di indagini, riflessioni, sperimentazioni progettuali, attività di supporto alle politiche e all’azione pubblica che il DAStU ha promosso e prodotto nel corso degli ultimi due anni costituisce un filtro per rilanciare la riflessione sulle forme e sulle caratteristiche delle fragilità dei territori, italiani ma non solo, che la pandemia ha spesso evidenziato e intensificato.

Interpretazioni, Luoghi, Progetti e politiche sono le tre sezioni che compongono il fascicolo e che offrono altrettanti chiavi di lettura della riflessione collettiva su pandemia e fragilità territoriali.
La pandemia da Covid-19 ha agito da acceleratore di processi territoriali e transcalari che erano già evidenti.
Tra questi, un ruolo centrale assume la questione ecologica, con tutte le sue implicazioni politiche e con la sfida che essa pone alle culture della pianificazione e della progettazione in un contesto di incertezza radicale e di crescenti disuguaglianze socio-spaziali.

Hanno scritto per noi, nella sezione INTERPRETAZIONI:
Annunziata Maria Oteri, Oana Cristina Tiganea, Michele Bassanelli, Imma Forino, Mina Akhavan, Ilaria Mariotti, Federica Rossi, Marta Dell’Ovo, Catherine Dezio, Alessandra Oppio, Mariacristina Giambruno, Sonia Pistidda, Benedetta Silva, Francesca Vigotti, Anna Mazzolini, Valeria Fedeli, Grazia Concilio.

Nella sezione LUOGHI:
Cristiana Mattioli, Cristina Renzoni, Paola Savoldi, Lucia Capanema-Alvares, Francesca Cognetti, Alice Ranzini, Lavinia Dondi, Michele Morganti, Valentina Cinieri, Alisia Tognon, Diana Giudici, Catherine Dezio, Ettore Donadoni, Anna Fera.

Nella sezione PROGETTI E POLITICHE:
Davide Del Curto, Valentina Cinieri, Andrea Garzulino, Marco Bovati, Emilia Corradi, Kevin Santus, Ilaria Valente, Paolo Carli, Michele Ugolini.

Le RIFLESSIONI DI SINTESI sono state curate da Simonetta Armondi, Alessandro Balducci, Martina Bovo, Beatrice Galimberti.

L’INTRODUZIONE è a cura di Gabriele Pasqui e Francesco Curci curatori dell’intero volume.

La copertina è un collage di immagini tratte da The online pandemic archive di Charlotte Walker; un progetto in corso di raccolta e archiviazione di icone legate all’esperienza Covid-19 in tutto il mondo.

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TF | GIORNALE è ora online https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2021/12/22/tf-giornale-e-ora-online/ Wed, 22 Dec 2021 17:27:46 +0000 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=6987

TF GIORNALE è online

È disponibile la versione online del TF Giornale il magazine del progetto.

Tra quotidiano e magazine, il TF Giornale distilla i risultati intermedi del programma di ricerca con uno sguardo puntato sulla situazione del Paese ma aperto al dibattito internazionale sia sul fronte della ricerca che delle soluzioni progettuali da mettere in atto.

Perché il TF Giornale

L’idea di un “giornale di bordo” del progetto Territori Fragili nasce dall’esigenza di ridurre la distanza tra Università e Società, attivando forme di comunicazione e di divulgazione scientifica verso un pubblico ampio e non specialistico e, dall’altro, avvicinando la ricerca scientifica ai problemi reali, mettendo a disposizione dei decisori politici, dei progettisti, della società civile, competenze e conoscenze scientifiche utili e applicabili.

Dopo la pandemia, le risorse e gli investimenti pubblici per i territori italiani saranno ingenti. Di fronte al PNRR e al nuovo ciclo di Fondi Strutturali dell’UE corriamo il rischio di non essere in grado di attivare progetti che siano sia efficienti, sia efficaci, e che siano slegati tra di loro e poco integrati a livello territoriale.

A chi si rivolge il TF Giornale

Il Giornale si rivolge alle istituzioni e alle amministrazioni pubbliche a più livelli (Stato, Regioni, Province e Città metropolitane, Comunità montane, Comuni), ma anche alla complessa rete di attori pubblici, privati e del terzo settore che sono coinvolti nelle politiche e nei piani per le città e i territori nel nostro paese.

Quali sono i temi trattati

Vuoi saperne di più?

Ridare prospettive alle aree interne e in spopolamento, costruire architetture e infrastrutture per le aree a rischio sismico e idrogeologico e per quelle colpite da eventi catastrofici, immaginare politiche e progetti integrati per la residenza e per le periferie urbane degradate delle grandi città, programmare e realizzare forme di mobilità lenta e sostenibile nei territori, rafforzare i servizi e le infrastrutture sociali, a partire dalle scuole: questi sono alcuni dei temi che il Giornale sintetizza.

Nella seconda sezione vengono forniti alcuni dati di sintesi sul progetto TF, e una serie di contributi che riflettono sugli strumenti con cui valutare i risultati della ricerca e comunicarli all’esterno, sulle sperimentazioni didattiche avviate dal Dipartimento sul tema delle fragilità territoriali con l’idea di poter formare in prospettiva professionisti e decisori preparati ad affrontarle con strumenti adeguati. Gli articoli conclusivi delineano poi alcune possibili prospettive di costruzione di un centro di ricerca più stabile dedicato a questi temi.

Il 3 Novembre 2021 abbiamo presentato il TF Giornale, puoi vedere la registrazione collegandoti al canale YouTube del DAStU

>>clicca qui per vedere la presentazione

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TF | GIORNALE: #welfaremateriale e #accessibilità https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2021/10/26/tf-giornale-welfaremateriale-e-accessibilita/ Tue, 26 Oct 2021 09:35:02 +0000 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=6806

TF GIORNALE
Sfidare le fragilità

SAVE the DATE

3 Novembre 2021
presentazione del giornale

TF GIORNALE - Anteprima

È uscito il primo numero del TF | GIORNALE, magazine del programma di ricerca sui Territori Fragili promosso dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, uno dei Dipartimenti di eccellenza finanziati dal MIUR per il quinquennio 2018-2022.

Tra quotidiano e magazine, il Giornale TF distilla i risultati intermedi di un ambizioso programma di ricerca del DAStU sul tema delle fragilità territoriali, con uno sguardo puntato sulla situazione del Paese ma aperto al dibattito internazionale sia sul fronte della ricerca che delle soluzioni progettuali da mettere in atto.

#welfaremateriale

Da dove scaturisce la fragilità rispetto ai servizi materiali e immateriali che tendono a intrecciarsi?
La vicenda della pandemia ha mostrato che la presenza di una infrastrutturazione sociale e materiale delle città e dei territori svolge un ruolo decisivo nel ridurre gli effetti negativi di eventi incerti e nel ricomporre i divari tra luoghi, individui e gruppi sociali.

Il patrimonio edilizio pubblico, ma anche quello scolastico, sono riserve cruciali di spazio per testare strategie di adattamento climatico ed energetico a livello urbano, oltre che luoghi formidabili di sperimentazione che dall’edificio possano proiettarsi verso gli spazi di prossimità e più in generale verso le altre infrastrutture urbane.

È possibile quindi rilanciare una “via italiana” alla rigenerazione urbana e del patrimonio edilizio in grado di rielaborare le esperienze di successo a livello europeo considerando le peculiarità italiane, come i caratteri del patrimonio costruito, le modalità di radicamento abitativo (casa, scuola, quartiere), la varietà e l’ampiezza delle competenze amministrative, le competenze dei progettisti. #welfaremateriale

#accessibilità

I sistemi e le infrastrutture per la mobilità hanno un ruolo molto rilevante nel determinare le condizioni di fragilità dei territori.

Anche in questo caso la ricerca propone un taglio diverso del problema. Non si tratta tanto di valutare le dotazioni infrastrutturali in sé dei diversi territori, ma piuttosto di verificare il livello di accessibilità dei loro abitanti ai servizi fondamentali e alle altre opportunità connesse all’abitare, lavorare, partecipare alla vita sociale in generale, e non la velocità dello spostamento.

Nelle aree marginali, non è detto che un miglioramento nelle dotazioni di infrastrutture veloci risponda ai bisogni di accessibilità o contribuisca allo sviluppo, così come modelli di “accessibility by proximity” efficaci per le grandi città possono non esserlo in contesti periurbani o a bassa densità.
Il progetto di forme di mobilità più inclusive passa quindi per strategie innovative e soprattutto sensibili alla varietà di situazioni e alla necessità di soluzioni specifiche, grazie anche a strumenti digitali avanzati di analisi e modellazione che il progetto ha messo in campo. #accessibilità

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Su TF | GIORNALE si parla di #rischiambientali https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2021/10/22/su-tf-giornale-si-parla-di-rischiambientali/ Fri, 22 Oct 2021 14:25:15 +0000 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=6741

TF GIORNALE
Sfidare le fragilità

SAVE the DATE

3 Novembre 2021
presentazione del giornale

TF GIORNALE - Anteprima

È uscito il primo numero del TF | GIORNALE, magazine del programma di ricerca sui Territori Fragili promosso dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, uno dei Dipartimenti di eccellenza finanziati dal MIUR per il quinquennio 2018-2022.

Tra quotidiano e magazine, il Giornale TF distilla i risultati intermedi di un ambizioso programma di ricerca del DAStU sul tema delle fragilità territoriali, con uno sguardo puntato sulla situazione del Paese ma aperto al dibattito internazionale sia sul fronte della ricerca che delle soluzioni progettuali da mettere in atto.

#rischiambientali

Rischi ambientali e cambiamento climatico sono naturalmente al centro delle preoccupazioni e delle riflessioni della ricerca, nel tentativo di superare uno sguardo sulle diverse dimensioni della fragilità territoriale che è ancora fortemente marcato da una percezione dell’emergenza di questi fenomeni, di cui in verità facciamo esperienza quotidiana.
I territori su cui si concentrano le aree produttive, ad esempio, sono stati trascurati dai maggiori interventi e stanziamenti governativi dedicati alla prevenzione dei rischi sismici-idrogeologici e all’adattamento climatico, sottovalutando la relazione cruciale tra imprese, territorio e ambiente, laddove i rischi ambientali (come ad esempio gli eventi calamitosi) che colpiscono un territorio influenzano i sistemi produttivi e, al contrario, i sistemi produttivi possono divenire potenti elementi di rischio per il territorio – ad esempio a valle di incidenti rilevanti – e per la salute pubblica, con emissioni di CO2, scarti industriali e inquinanti di vario tipo che si diffondono nell’aria e nelle acque. #rischiambientali

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È uscito il primo numero del TF | GIORNALE https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2021/10/19/e-uscito-il-primo-numero-del-tf-giornale/ Tue, 19 Oct 2021 15:28:39 +0000 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=6660

TF GIORNALE
Sfidare le fragilità

SAVE the DATE

3 Novembre 2021

TF GIORNALE - Anteprima

È uscito il primo numero del TF | GIORNALE, magazine del programma di ricerca sui Territori Fragili promosso dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, uno dei Dipartimenti di eccellenza finanziati dal MIUR per il quinquennio 2018-2022.

Tra quotidiano e magazine, il Giornale TF distilla i risultati intermedi di un ambizioso programma di ricerca del DAStU sul tema delle fragilità territoriali, con uno sguardo puntato sulla situazione del Paese ma aperto al dibattito internazionale sia sul fronte della ricerca che delle soluzioni progettuali da mettere in atto.

#italiadimezzo

I territori al centro della ricerca sono quelli che manifestano più forme di fragilità, tra loro connesse, che vanno tenute insieme per elaborare strategie efficaci.

Sono i territori in declino all’interno di aree sviluppate – dalle aree industriali in crisi, ai territori montani in abbandono, fino ai margini delle grandi metropoli dalle economie avanzate – che ridisegnano geografie complesse della fragilità, non più soltanto nelle regioni del Sud ancora contraddistinte da arretratezza nello sviluppo socio-economico, o alle cosiddette “aree interne” identificate dalla politica nazionale di sviluppo e coesione territoriale.

Infatti, tra i due estremi delle cosiddette “aree interne”, profonde e montane, da un lato, e la centralità e il dinamismo delle città metropolitane, dall’altro, emerge un’“Italia di mezzo” fatta di frange metropolitane, di città medie, di ambiti periurbani e urbano-rurali di pianura e di collina che sono stati al centro del processo di urbanizzazione novecentesca e che oggi fronteggiano un declino strutturale di medio-lungo periodo, segnalando la necessità di piani e programmi di intervento ancora più sensibili ai luoghi, per contrastare le molteplici forme di fragilità che li caratterizzano.

#restanza

I territori più fragili concentrano gran parte del patrimonio architettonico e paesaggistico del Paese nelle sue componenti materiali e anche immateriali, come il capitale culturale e la memoria. Sospesi tra l’immagine di periferie del Paese, senza servizi, collegamenti, standard abitativi adeguati, da un lato, e quella di luoghi depositari di valori perduti, dall’altro, questi territori richiedono strategie di cura lungimiranti in grado fondere il recupero dell’esistente con l’attivazione di micro-economie resilienti e orientate alla qualità dei prodotti e dei servizi, mediante processi di coinvolgimento delle comunità e di formazione di nuove competenze “dall’interno”.

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Quinta proposta di intervento di Ricomporre i Divari: il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/12/22/quinta-proposta-di-intervento-di-ricomporre-i-divari-il-miglioramento-della-qualita-dellaria-nel-bacino-padano/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/12/22/quinta-proposta-di-intervento-di-ricomporre-i-divari-il-miglioramento-della-qualita-dellaria-nel-bacino-padano/#respond Tue, 22 Dec 2020 18:59:28 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=5292

Autore:

La proposta è stata elaborata da un gruppo di lavoro composto da Marcello Magoni, Gloria Pessina e Rachele Radaelli. La sua versione completa sarà pubblicata in un volume di prossima uscita per i tipi de Il Mulino.

Data

22 Dicembre 2020

Nel Bacino Padano: una strategia territoriale di disinquinamento dell’aria

Il Bacino Padano è una delle aree europee in cui è più forte lo squilibrio tra attività economiche, insediamenti umani e ambiente. Tra i diversi fattori di squilibrio ambientale, che includono il consumo del suolo e l’inquinamento delle acque, l’inquinamento atmosferico costituisce uno dei più problematici a causa non solo delle notevoli emissioni inquinanti, ma anche delle condizioni orografiche e meteoclimatiche che ne incrementano la stagnazione. Infatti, nonostante per alcuni inquinanti la qualità dell’aria sia migliorata già dagli anni ’70, vi è ancora una condizione di criticità per le eccessive concentrazioni di particolato fine (PM10 e PM2,5), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3).

L’inquinamento dell’aria costituisce uno dei principali fattori di rischio ambientale per la salute dell’uomo poiché provoca un aumento delle malattie respiratorie, cardiovascolari e neoplastiche che conducono a morti premature e a una riduzione delle aspettative di vita nelle popolazioni interessate. L’Italia è considerata tra le prime nazioni in Europa per numero di morti premature dovute all’eccesso di particolato fine (PM 10, PM2.5), di cui un numero prevalente si presume provenga dal Bacino Padano.

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Per individuare le strategie più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico e i suoi effetti sono considerati fattori individuali, socio-ambientali (reddito, livello d’istruzione, esposizione, condizioni climatiche, etc.) ed emissivi. Ad esempio, in Lombardia le principali fonti di emissione degli ossidi di azoto, PM2,5 e ozono sono i mezzi di trasporto di persone e merci (31%), la combustione non industriale (22%), quella industriale (circa il 13%) e l’agricoltura (quasi il 7%).

Data la natura complessa dell’inquinamento atmosferico, per ottenere un miglioramento definitivo della qualità dell’aria occorre intervenire su tutti i settori emissivi in modo proporzionato al loro contributo e con una regia in grado di coordinare le diverse azioni sull’intero territorio considerato.

Nel Bacino Padano nell’ultimo decennio è emersa con forza la necessità di una regia nazionale di contrasto all’inquinamento atmosferico in conseguenza sia dei richiami all’Italia delle istituzioni europee, sia dell’attenzione al tema del cambiamento climatico. Sono di questi anni la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, il Piano Nazionale Energia e Clima 2030 e gli aggiornamenti ai Piani regionali di tutela della qualità dell’aria. Inoltre, sono stati sottoscritti diversi accordi di collaborazione interregionale e nazionale per affrontare la grave situazione del Bacino Padano, ma gli effetti di questi piani, strategie e accordi sono ancora lontani dal raggiungimento dell’obiettivo di un adeguato miglioramento della qualità dell’aria. Al riguardo riscontriamo tre grandi problemi: la scarsità di risorse dedicate a livello sovraregionale; l’inadeguatezza delle azioni finanziate a livello comunale; le scarse analisi territoriali del fenomeno dell’inquinamento atmosferico nell’elaborare delle azioni puntuali e diversificate.

Anche in vista dei finanziamenti del Next Generation EU, proponiamo di elaborare una “Strategia territoriale per il miglioramento della qualità dell’aria del Bacino Padano” caratterizzata da una forte regia nazionale e da un processo di coinvolgimento alle diverse scale di istituzioni (comuni, aree metropolitane, regioni), organismi tecnici (es. agenzie per la protezione dell’ambiente), università, associazioni, cittadini.

Questa strategia dovrà considerare l’insieme delle attività che producono emissioni inquinanti e la loro distribuzione nello spazio e integrarsi alle strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Essa dovrà assumere due prospettive complementari: la prima dovrà agire sull’uso dei suoli e sui sistemi insediativi e produttivi, mitigandone l’impatto ambientale e aumentandone l’efficienza energetica, la seconda dovrà ridurre le emissioni inquinanti e l’esposizione della popolazione. Queste prospettive dovranno trovare attuazione in tre dimensioni strategiche: l’orientamento dei sistemi insediativi (1) e agro-industriale (2) verso condizioni di maggiore sostenibilità e la riduzione dell’uso dei combustibili fossili (3).

Il ripensamento del sistema insediativo richiede di minimizzare lo sprawl urbano (ovvero l’espansione degli insediamenti urbani) e il consumo di suolo attraverso lo sviluppo di modelli di tipo diramato, dove le infrastrutture territoriali sono integrate per ottenere una maggiore efficienza energetica e una riduzione dell’impatto ambientale. L’orientamento del sistema agro-industriale punta su una riconversione sostenibile di coltivazioni e allevamenti basata sugli obiettivi della strategia europea Farm to Fork, attraverso l’espansione della filiera corta, l’uso e il trattamento a basso impatto delle acque reflue, l’uso ridotto e a basso impatto di pesticidi e fertilizzanti, il recupero dei flussi di materia/energia (es. produzione di biometano da residui organici agricoli e urbani). La riduzione dei combustibili fossili richiede di migliorare l’efficienza energetica di insediamenti e infrastrutture e di sostituire le energie non-rinnovabili con quelle rinnovabili. Questo comporta il potenziamento della rete elettrica, la riduzione della domanda di mobilità privata, il recupero dei flussi di energia in eccesso, l’accumulo di elettricità e calore prodotte dagli impianti eolici, solari e idrici a flusso libero.

La strategia territoriale dovrà avere un’elevata flessibilità, poiché tecnologie, pratiche e conoscenze sull’energia sono in continua e forte trasformazione, e dovrà coinvolgere cittadini e attori locali. Al riguardo, il sostegno alla diffusione di processi di coinvolgimento degli abitanti finalizzati al progetto, alla sperimentazione e alla valutazione di transizioni verso modelli territoriali più sostenibili dovrà costituire una dimensione essenziale delle strategie locali.

Marcello Magoni è responsabile del CCRR-Lab – DAStU (Politecnico di Milano) e svolge attività di ricerca,  formazione e consulenza nei campi della pianificazione e valutazione territoriale e paesistico-ambientale e della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Gloria Pessina è dottore di ricerca in Spatial Planning and Urban Development, è assegnista di ricerca presso il DAStU (Politecnico di Milano) nell’ambito del progetto “Fragilità Territoriali”. Rachele Radaelli è architetto, membro del CCRR-Lab del DAStU (Politecnico di Milano) e svolge attività di ricerca e formazione nei campi della pianificazione territoriale, della valutazione ambientale e della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici. 

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>>visita il sito Forum Disuguaglianze Diversità

Credits: https://www.esa.int/ESA_Multimedia/Images/2019/05/Nitrogen_dioxide_over_Europe
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https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/12/22/quinta-proposta-di-intervento-di-ricomporre-i-divari-il-miglioramento-della-qualita-dellaria-nel-bacino-padano/feed/ 0 5292
FRAGILITALY TOUR: il progetto di Fragilità territoriali per Meet MeTonight 2020 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/11/27/fragilitaly-tour-il-progetto-di-fragilita-territoriali-per-meet-metonight-2020/ Fri, 27 Nov 2020 09:16:48 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=5227

Data

27-28 Novembre 2020

Luogo

Meet Me Tonight 2020 - evento online

collegamento diretto a FragilItaly:

https://storymaps.arcgis.com/stories/65839ce8968d49b2a896c43d81cf9591

EVENTO ONLINE

FRAGILITALY TOUR
Il contributo di Fragilità territoriali per Meet Me Tonight 2020

FragilItaly Tour è un’esperienza virtuale che permette di percorrere l’Italia attraverso i suoi luoghi fragili.
Si tratta di un tour virtuale, “FragilItaly”, che permette di percorrere l’Italia attraverso una serie di luoghi che simboleggiano diversi aspetti della fragilità territoriale, raccontati per immagini e brevi testi che rinviano ad altri materiali di approfondimento.

L’evento è  legato alla Notte Europea dei Ricercatori che, giunto alla non  edizione,  quest’anno  è stato articolato in una serie di iniziative interamente online.
Meet Me Tonight coinvolge diverse città di Lombardia, Campania, Veneto e Lazio.

 

>>esplora Fragilitaly

>> MeetMeTonight 2020

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Quarta proposta di intervento di Ricomporre i Divari: lo spazio costiero quale infrastruttura fondamentale per il benessere di tutti i cittadini https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/11/25/quarta-proposta-di-intervento-di-ricomporre-i-divari-lo-spazio-costiero-quale-infrastruttura-fondamentale-per-il-benessere-di-tutti-i-cittadini/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/11/25/quarta-proposta-di-intervento-di-ricomporre-i-divari-lo-spazio-costiero-quale-infrastruttura-fondamentale-per-il-benessere-di-tutti-i-cittadini/#respond Wed, 25 Nov 2020 08:48:55 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=5201

Autore:

La proposta è stata elaborata da un gruppo di lavoro composto da Francesco Curci, Mariavaleria Mininni, Gabriele Nanni, Edoardo Zanchini e Federico Zanfi. La sua versione completa sarà pubblicata in un volume di prossima uscita per i tipi de Il Mulino.

Data

25 Novembre 2020

Accessibilità pubblica, sicurezza e risposta al cambiamento climatico: una strategia per le coste

Le coste sono tra i contesti geografici italiani che hanno subìto più trasformazioni nell’ultimo secolo. Lo spostamento sulla costa della popolazione interna e i processi di infrastrutturazione, urbanizzazione e turistificazione hanno consumato suolo irrigidendo l’interfaccia mare-terra e interferendo col regime idraulico dei litorali. Tali processi hanno altresì compromesso ecosistemi preziosi e accelerato dinamiche quali la salinizzazione delle falde e l’erosione costiera. A tutto ciò oggi si aggiungono le gravi preoccupazioni relative agli scenari di cambiamento climatico e innalzamento del livello del mare che interesserebbero buona parte dei circa 8000 km di coste italiane.

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In questo quadro possiamo richiamare almeno quattro nodi in cui si intrecciano aspetti ambientali, sociali ed economici che a nostro avviso dovrebbero costituire i termini di riferimento per ogni futura riflessione strategica sulle aree costiere.

Lo spazio costiero italiano è anzitutto uno spazio il cui libero accesso è limitato, con le concessioni del demanio marittimo a imprenditori privati che interessano oltre la metà delle spiagge sabbiose a livello nazionale (nei tratti di costa liguri e romagnoli tale quota supera il 70%) a fronte di canoni concessori troppo esigui.

Si tratta poi di uno spazio insalubre, col 7,8% delle aree costiere italiane interdette alla balneazione per ragioni di inquinamento delle acque e con una diffusa assenza di monitoraggio e informazione. A causa di ciò si continua a fare il bagno o a praticare sport acquatici in molti luoghi formalmente dichiarati non balneabili con la conseguente esposizione della popolazione a varie forme di rischio per la salute.

Ancora, si tratta di uno spazio investito da emergenti fenomeni di periferizzazione che riguardano gli insediamenti più decaduti e i segmenti meno qualificati dello stock di ex case di villeggiatura; situazioni ove si concentrano popolazioni marginali e immigrate e che in taluni casi – come lungo il litorale Domizio – diventano problematici luoghi di esclusione e segregazione su base etnica.

Si tratta, infine, di uno spazio a rischio, in particolare nelle sue componenti edilizie più esposte agli effetti dell’erosione costiera e dell’innalzamento del livello medio del mare; un’esposizione che si fa particolarmente problematica per i molti edifici di origine abusiva prossimi agli arenili e critici in termini di impatto paesaggistico sui quali l’azione di demolizione è stata fino ad ora poco incisiva.

La premessa necessaria per scardinare gli assetti consolidati e le dinamiche che contribuiscono alla riproduzione di varie forme di disuguaglianza spaziale, sociale e ambientale è riconoscere la costa come una infrastruttura fondamentale per il benessere di tutti i cittadini – in primis per coloro che la abitano stabilmente – per garantirne una fruizione sostenibile, equa e democratica. La costa del futuro che immaginiamo è uno spazio riorganizzato nelle sue modalità di accesso, uso e gestione, riequilibrato sotto il profilo ecologico e della legalità, bonificato e alleggerito del suo attuale carico insediativo.

Entro questa visione proponiamo di riconoscere quattro linee d’azione integrate che mirano ad affermare alcuni diritti fondamentali in relazione allo spazio costiero.

Una prima linea d’azione riguarda il diritto a una libera e gratuita fruizione delle spiagge e delle coste. Tale diritto dovrebbe stare alla base di un riordino delle modalità di gestione del demanio costiero, un riordino necessario non soltanto per ottenere concessioni più eque, ma anche per qualificare e indirizzare queste verso obiettivi di maggiore sostenibilità ambientale. Entro tale prospettiva occorre definire: a livello nazionale, le quote massime ammissibili di spiagge balneabili offerte in concessione in un determinato territorio costiero; a livello regionale, bandi e procedure per il rilascio delle nuove concessioni che premino progettualità virtuose in chiave sociale ed ecologica tenendo conto delle specificità idro-geomorfologiche e botanico-vegetazionali degli ambiti costieri.

Una seconda azione riguarda il diritto a una balneazione sicura in acque salubri. Due principali fronti di lavoro sembrano necessari in questo senso. In primo luogo, al fine di favorire una conoscenza accurata della qualità chimica, fisica e batteriologica delle acque, occorre progettare un unico e capillare sistema di monitoraggio della qualità delle acque costiere sul modello dei sistemi di monitoraggio dell’aria. In secondo luogo, poiché la qualità dell’acqua in prossimità delle coste deriva in gran parte da come si progetta il ciclo dell’acqua nei territori costieri e subcostieri, va perseguita una maggiore integrazione dei Piani di Assetto Idrogeologico con i Piani di Tutela delle Acque, considerando insieme aspetti che vanno dall’attenzione alla permeabilità dei materiali del progetto urbanistico, alla pianificazione di sistemi di depurazione capaci di far fronte ai periodi di massima utenza legata alla stagione balneare.

Un terzo tema riguarda poi la concezione della spiaggia quale spazio pubblico democratico e accessibile a tutti, con una particolare attenzione ai quartieri urbani periferici e meno dotati di servizi e attrezzature collettive. Si tratta in questo caso di intervenire dentro e ai margini di tali quartieri ricostruendo il loro rapporto con la costa mediante la progettazione di nuovi spazi pubblici nella forma di “spiagge-parco”: spazi in grado di garantire – più che i tradizionali waterfront urbani – un rapporto più diretto col mare, e di favorire una positiva percezione dei quartieri da parte degli abitanti proprio grazie alla riconquista di un migliore rapporto col mare.

Un’ultima linea di azione ha a che vedere con una politica fondiaria di acquisizione di nuove aree pubbliche da annettere al demanio marittimo al fine di garantirne l’esistenza nel futuro scenario di innalzamento del livello dei mari e di erosione costiera. Una politica che dovrebbe agire: da un lato sulle aree pubbliche maggiormente segnate dalla presenza di interventi quali grandi infrastrutture, impianti industriali, centrali energetiche e poligoni militari, ovvero su quelle aree da risarcire mediante bonifiche e rinaturalizzazioni o, nei casi di grave incompatibilità ambientale, da liberare definitivamente dagli elementi antropici; dall’altro lato dovrebbe intervenire sul patrimonio edilizio privato ubicato sulle coste più a rischio, rilocalizzando gli immobili mediante “programmi di trasferimento” (relocation programs) già sperimentati in altri paesi e mettendo a punto meccanismi più efficaci per una diffusa rimozione degli immobili abusivi non sanabili e più vicini al mare.

Queste azioni implicitamente rimandano al disegno di una Strategia nazionale per le aree costiere, che potrebbe stare in capo al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e che dovrebbe concepirsi come elemento di raccordo tra direttive, istituzioni e strumenti di pianificazione che già operano, seppure entro settori e a livelli istituzionali diversi, in coerenza col cambio di paradigma auspicato. Entro questa prospettiva, oltre a finanziamenti stanziati a livello centrale, tale strategia potrebbe vincolare le rendite provenienti da rinnovate concessioni demaniali e da una più rigorosa tassazione della ricettività turistica costiera a investimenti nella messa in sicurezza, nel disinquinamento, nella de-antropizzazione e rinaturalizzazione delle medesime aree costiere – oltre che nella fornitura di servizi essenziali per chi le abita stabilmente. Uno schema di finanziamento che, collegando il prelievo fiscale nelle aree costiere “forti” all’investimento in quelle maggiormente minacciate e degradate, attuerebbe un’azione di perequazione territoriale allargata e di attenuazione dei divari.

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