Memento Covid, l’architettura della pietas

I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Alessandro Rocca

Data:

27 Aprile 2020

Compito e merito degli architetti è stato quello di esercitare, per conto della collettività, la pietas, quel sentimento di rispetto, umana comprensione e condivisione del dolore, che solo l’architettura ha saputo esprimere, sin dalla funzione elementare del sepolcro. La famosa dichiarazione di Adolf Loos esprime con forza la capacità dell’architettura di costituirsi come il primo tramite del sentimento di pietà, di rispetto e di ricordo dell’uomo: “Se in un bosco troviamo un tumulo, lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto qualcuno. Questa è architettura”[*] . Loos immagina questo ritrovamento in un bosco, al di fuori della civiltà, e identifica il riconoscimento dell’architettura in un evento che è, nello stesso tempo, emozionale e cognitivo, che unisce il sentimento della perdita e del ricordo con il riconoscimento di una forma e di una funzione.

[*] Adolf Loos, Parole nel vuoto, Adelphi, Milano, 1972.

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