Riflessioni #covid – Fragilità Territoriali https://www.eccellenza.dastu.polimi.it Dipartimento di eccellenza Thu, 17 Sep 2020 08:26:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://i0.wp.com/www.eccellenza.dastu.polimi.it/wp-content/uploads/2020/05/cropped-cropped-favicon.png?fit=32%2C32&ssl=1 Riflessioni #covid – Fragilità Territoriali https://www.eccellenza.dastu.polimi.it 32 32 176743178 Lettera aperta – SPAZIO E PREPAREDNESS https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/09/17/lettera-aperta-spazio-e-preparedness/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/09/17/lettera-aperta-spazio-e-preparedness/#comments Thu, 17 Sep 2020 08:22:45 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=5072
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Simonetta Armondi, Sandro Balducci, Paolo Bozzuto, Martina Bovo, Massimo Bricocoli, Antonella Bruzzese, Daniele Chiffi, Alessandro Coppola, Francesco Curci, Valeria Fedeli, Beatrice Galimberti, Agim Kërçuku, Francesco Infussi, Eugenio Morello, Anna Moro, Carolina Pacchi, Gabriele Pasqui, Agostino Petrillo

Data:

15 Settembre 2020

Sulle sfide del Covid-19 per un rinnovato ruolo pubblico della pianificazione territoriale e delle politiche urbane

Questa lettera è stata preparata da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.
Di fronte al carattere “senza precedenti” della sfida che il Covid-19 ha imposto, l’intero sistema socio-economico e di governo si è trovato del tutto impreparato. Riteniamo che chi si occupa di pianificazione e di politiche urbane e territoriali, riflettendo criticamente sui propri strumenti, possa dare un contributo rilevante perché le comunità siano meglio preparate ad affrontare quella sfida e le sue conseguenze.

 

read-more

1. Cosa sappiamo?

La pandemia si configura come condizione intrinseca della nostra epoca (connessa ad altri fenomeni sempre più frequenti, come le manifestazioni dell’emergenza ambientale e climatica) e introduce nella prassi quotidiana il concetto di incertezza radicale, non calcolabile e non assicurabile.
Ora sappiamo che:

  •  ciò che è avvenuto appare legato all’abuso dell’ambiente (che favorisce i salti di specie nella trasmissione delle malattie) ed è strettamente legato alla globalizzazione: l’iperconnessione e mobilità di persone e merci;
  •  la ricerca medico-scientifica non è in grado di avere soluzioni pronte per tutto, non può capire in tempo reale caratteri di nuove epidemie né la loro potenziale trasformazione in pandemie, non può produrre in poco tempo un vaccino;
  • non tutto è prevedibile. Ancora oggi non sappiamo se e come la pandemia possa tornare ad estendere i suoi effetti in maniera rilevante (in alcune parti del mondo è già così, in altre non ha mai smesso, in altre ancora vige una temporanea quiete);
  • siamo di fronte a una condizione di profonda incertezza, irriducibile al rischio e dunque non calcolabile né assicurabile. Come la questione del cambiamento climatico aveva ampiamente dimostrato, dobbiamo dunque agire in un contesto che sfida i modelli usuali di management del rischio.

Dunque, eravamo impreparati. Pianificare significa proprio prepararsi, ma non essendo chiaro a cosa ci si deve preparare, si tratta di un’attività di pianificazione molto diversa da quelle che conosciamo, o che crediamo di conoscere. Entro queste osservazioni, pertanto, emerge il tema del ruolo della pianificazione e del suo rapporto con condizioni di incertezza estrema.

 

2. Cosa sta succedendo? Alcune osservazioni

Entro un quadro di sperimentazione ‘forzata’ dalla pandemia, sono state mobilitate forme di azione diverse e da queste emergono alcune osservazioni sulla dimensione spaziale.

  • L’importanza del pubblico (e il ruolo centrale di alcune forze sociali).
    Per affrontare i problemi drammatici scatenati dalla pandemia, il mercato non riesce ad offrire soluzioni ma è fondamentale il ruolo del pubblico. L’azione pubblica è necessaria. Senza un pubblico efficiente ed efficace, senza le istituzioni, il mercato non è in grado di garantire la salute e la sicurezza dei cittadini, né di produrre beni pubblici fondamentali, tra i quali lo spazio.
  • La dimensione territoriale delle politiche e dei servizi.
    I sistemi sanitari cercano di recuperare la dimensione del presidio territoriale. Dunque i territori contano. L’articolazione territoriale, alle diverse scale, della pandemia e la mancata territorializzazione delle politiche e degli interventi per l’emergenza hanno evidenziato come solo assumendo la varietà delle forme insediative, demografiche, socio-economiche dei territori sia possibile agire in modo efficace, facendosi carico anche dei divari e delle disuguaglianze tra individui e gruppi sociali.
  • L’uso e l’adattamento dello spazio urbano.
    Le città cercano azioni di adattamento – piste ciclabili, ridefinizione dello spazio pubblico, dehors, quartieri “15 minuti”. In alcuni casi queste sono il frutto di soluzioni già pianificate e di cui è stata accelerata la realizzazione, in altri casi si tratta di soluzioni temporanee e reversibili, ma che prefigurano cambiamenti duraturi.

 

3. Come possiamo prepararci in una situazione di incertezza radicale? Possibili atteggiamenti per il planning e principi di azione per le politiche urbane

Prepararsi per essere pronti
L’esperienza che stiamo facendo con la pandemia rinvia ad altre situazioni simili che si sono dovute affrontare in ogni parte del mondo: dagli incendi devastanti dell’Australia dei mesi scorsi, allo Tsunami con incidente nucleare in Giappone del 2010, agli attentati terroristici nella Francia del 2015. Episodi drammatici che ci fanno capire che non sono efficaci forme convenzionali di pianificazione; un approccio al trattamento delle calamità imponderabili deve puntare non tanto ad evitarle, il che è impossibile, ma a costruire capacità di reazione nelle più diverse situazioni di catastrofe. La preparedness  secondo il sociologo della medicina Andrew Lackoff è una forma di pianificazione che assume l’obiettivo di prepararsi all’imprevisto lavorando sulla costruzione di scenari, sulla protezione delle infrastrutture critiche di comunicazione, sull’accantonamento di scorte di dispositivi che consentono di far fronte a diversi tipi di emergenza, sulla messa in funzione di sistemi di allarme immediatamente attivabili, sul disegno di sistemi di coordinamento tra soggetti diversi e sulla verifica periodica del loro funzionamento.

Guardando a cosa sta succedendo di fronte alla pandemia possiamo renderci conto di quanto questo insieme di azioni sarebbero state necessarie, dall’accantonamento dei dispositivi di protezione, ad un chiaro disegno delle relazioni tra i soggetti dotati di competenze concorrenti, dalla funzionalità di sistemi di allarme, alla salvaguardia ed al mantenimento delle infrastrutture sanitarie sul territorio il cui indebolimento è stato alla base di tanti effetti drammatici in questa circostanza.

La preparedness di fronte all’incalcolabilità dei disastri che la crescente instabilità sociale, politica economica ed ambientale ci propongono, può essere il modo, anche per le città e nei territori, che possiamo darci di pianificare non la soluzione, ma almeno la costruzione di una capacità di reazione anche di fronte alle cose che non sappiamo di non sapere.

 

Linee di intervento

  • Orientamenti della pianificazione (ambiente, sostenibilità, …).
    Alcune linee di intervento emergono da una lunga tradizione dell’urbanistica attenta alla vita delle persone e delle comunità e che semplicemente era stata travolta dalla euforia di una razionalizzazione cieca e fondata prevalentemente sul mercato: la tutela non rituale dell’ambiente, la centralità dello spazio pubblico, della mobilità sostenibile, dell’accesso al verde, dell’affrontare la questione delle disuguaglianze spaziali, del valore delle aree deboli, dell’accesso a servizi di prossimità che svolgono il duplice ruolo di costruire urbanità e di proteggere rispetto a situazioni critiche che costringono a chiusure.

  • Questioni di governance.
    Alcune linee di intervento derivano da tutto quanto dobbiamo riconoscere non aver funzionato durante la crisi: l’assenza di piani di emergenza per diversi tipi di scenari (piani pandemici che esistevano ed erano stati abbandonati; piani  di emergenza per reagire a rischi naturali, ambientali o sociali, ecc.); la mancanza di dispositivi di protezione prodotti nel Paese, in questo caso mascherine, camici, guanti, ma il significato di “dispositivi di protezione” potrebbe estendersi anche ad altri ambiti; la confusione nella governance della crisi, che ha prodotto conflitti fra tutti i livelli di azione e di governo e che può essere invece preventivamente disegnata e mantenuta; l’importanza del funzionamento delle infrastrutture critiche – da quelle che consentono il normale metabolismo dei contesti insediativi (cibo, acqua, rifiuti, energia) fino all’accesso alla banda di telecomunicazione per tutte le attività e tutti i luoghi –, gli effetti negativi di tutte le forme di “razionalizzazione” dei servizi che hanno concentrato ed allontanato dai cittadini l’accesso.

  • Questioni di alleanze tra soggetti pubblici, privati e intermedi.
    Assumere il coinvolgimento delle forze sociali, dei corpi intermedi, delle reti associative e di volontariato che si sono mobilitate in questi mesi come una risorsa e non come un inciampo, perché la complessità dei processi è una risorsa straordinaria di apprendimento collettivo, di legittimazione e di efficacia nell’attuazione.

  • Inneschi territoriali e spaziali.
    Alcune linee di intervento sono la conseguenza di quanto ci siamo trovati a dover affrontare durante il lock-down e che hanno però messo in mostra necessità e potenzialità di un uso più flessibile dello spazio fisico con funzione di protezione in caso di pericolo, ma anche di un possibile modo di vita più interessante e libero: case che sono anche luoghi di lavoro e di loisir; spazi condominiali che possono essere finalmente utilizzati per il gioco ed il relax; uffici che possono liberare spazi per attività diverse; edifici che possono cambiare la propria funzione per adattarsi a nuove esigenze con una flessibilità finora poco conosciuta; luoghi suburbani o remoti che possono riacquisire interesse come luoghi dove possono essere svolte bene molte attività a distanza.
    Considerare sempre gli effetti reali sulla vita quotidiana delle azioni, dei progetti, delle iniziative, in una prospettiva attenta alla materialità del rapporto tra forme dello spazio e pratiche ordinarie. Ciò significa conoscere in modo accurato come funzionano l’organizzazione del lavoro, la mobilità, la scuola, l’uso dei parchi e degli spazi aperti. Questo approccio prossimo alle pratiche, esperienziale, deve integrare le evidenze analitiche, i dati e i modelli, al fine di costruire soluzioni plausibili e credibili per chi le deve attuare nella vita di tutti i giorni.
    Costruire progetti “territoriali”, nei quali le azioni e le soluzioni siano declinate rispetto alla varietà delle risorse e dei problemi. Ciò implica capacità di cooperazione interistituzionale, ma anche competenze specifiche (di contenuto e di processo, oltre che procedurali) che spesso oggi sono assenti nella pubblica amministrazione e che le risorse oggi in campo potrebbero servire a consolidare.

 

In conclusione

Si fa urgente la necessità di ripensare alcuni caratteri della pianificazione dello spazio e delle politiche urbane e di farlo in una prospettiva consapevole di uno stato di instabilità crescente.

Guardando a questo insieme di elementi – cosa sappiamo adesso, cosa sta empiricamente avvenendo in reazione alla crisi, e cosa vuol dire prepararsi – possiamo cominciare a vedere con chiarezza quali sono i tratti di politiche e forme pianificazione capaci di affrontare situazioni di incertezza radicale. Una incertezza che può essere affrontata solo a partire dal riconoscimento di sistemi di opportunità, risorse disponibili e dalla loro combinazione e restituendo valore e guida a istituzioni pubbliche capaci di produrre, accumulare e far circolare forme di innovazione e intelligenza sociale.

Questi principi hanno bisogno di essere concretamente messi alla prova in processi complessi e multiattoriali, che assumano la dimensione territoriale come fattore determinante.

In una fase nella quale la politica italiana si misura con il “Recovery Plan” – un documento programmatico necessario ad ottenere ingenti finanziamenti dall’Europa e che rischia di trasformarsi in un elenco di progetti pregressi e inattuati – una riflessione aperta su quali debbano essere natura e contenuti di un simile piano sembra indispensabile.

Le conoscenze esperte nel campo della pianificazione e delle politiche urbane possono mettersi al servizio di questa riflessione per fare sì che non si perda l’occasione della crisi per la costruzione di nuove capacità governo che consentano di essere meglio preparati all’imprevisto e, allo stesso tempo, di trasformare le città e il territorio del nostro Paese nella direzione di una maggiore equità, inclusività e resilienza.

read-less

>>scarica la lettera

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/09/17/lettera-aperta-spazio-e-preparedness/feed/ 2 5072
Pianificare le Olimpiadi Invernali 2026 nella fase post-Covid-19? https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/07/10/pianificare-le-olimpiadi-invernali-2026-nella-fase-post-covid-19/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/07/10/pianificare-le-olimpiadi-invernali-2026-nella-fase-post-covid-19/#respond Fri, 10 Jul 2020 07:50:15 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4873
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Stefano Di Vita, Davide Ponzini, Nicole De Togni e Zachary Jones

Data:

10 Luglio 2020

La legge che definisce la cabina di regia per la pianificazione delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 è stata approvata a maggio, durante la crisi pandemica. Il limitato dibattito pubblico e accademico, l’incertezza del quadro di programmazione nonostante le attese di notevoli finanziamenti pubblici, l’assenza di una visione per lo sviluppo territoriale e per la legacy degli interventi per le Olimpiadi sono questioni critiche. Questo breve contributo discute alcuni nodi problematici e intende stimolare il dibattito in questa importante fase del processo.

 

>>scarica l’articolo in formato .pdf

 

 

Pianificare le Olimpiadi Invernali 2026 nella fase post-Covid-19?

Durante le settimane di emergenza Covid-19 è passata inosservata l’approvazione in Parlamento, quasi all’unanimità, della Legge Olimpica: ovvero, la Legge 8 maggio 2020, n. 31, recante “Disposizioni urgenti per l’organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paraolimpici invernali Milano Cortina 2026 e delle finali ATP Torino 2021-2025”. Nonostante la scarsa attenzione pubblica e mediatica, si tratta di un tassello importante per lo sviluppo dei progetti previsti dal Dossier di candidatura di Milano e Cortina alle Olimpiadi Invernali 2026 – consegnato al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) nel gennaio 2019 e premiato dallo stesso CIO nel giugno 2019. Questi progetti, nei prossimi mesi, dovranno essere confermati e sviluppati attraverso la redazione del Programma Olimpico. La Legge 31/2020 ha definito la cabina di regia[i] che, inevitabilmente, condizionerà l’agenda urbana e macro-regionale dei prossimi anni per la infrastrutturazione, organizzazione e celebrazione del grande evento, così come per la gestione del post-evento. Sembra interessante come questo si inscriva in una fase di straordinari cambiamenti dell’agenda locale e nazionale legati alla crisi pandemica e di significativi interventi pubblici per il rilancio. Con questo contributo intendiamo stimolare il dibattito rispetto a questa particolare fase.

read-more

Crisi e rischi di ritardo nella pianificazione

Gli effetti del Covid-19 sui grandi eventi sono già evidenti a livello mondiale, con il rinvio di un anno delle Olimpiadi estive di Tokyo 2020 e dell’Expo di Dubai 2020, così come le conseguenti ripercussioni sui bilanci dei paesi ospitanti. Anche se non sembra ora possibile prevedere gli effetti della pandemia e della conseguente crisi economica sui grandi eventi nei prossimi anni, non è possibile ignorare la crescente disaffezione nei confronti dei mega-eventi, che è aumentata dopo la crisi del 2008 (dei 6 candidati per le Olimpiadi 2024 ben 4 si sono ritirati, cosa avvenuta anche per l’edizione invernale del 2026). Pur ipotizzando che non vi siano profonde rotture politiche nei paesi e nelle città ospitanti le Olimpiadi (gli organizzatori di Parigi 2024 negano qualsiasi impatto della pandemia), non è chiaro se la crisi genererà nuove opportunità per sperimentare con eventi in formato interamente digitale oppure blended (Tokyo 2021 darà delle prime risposte in questo senso), se i grandi stadi costruiti per le folle ospiteranno meno spettatori debitamente distanziati oppure se diventeranno inutili residui di un passato ormai superato dai nuovi media.

Nel tentativo di corrispondere a impegni assunti a livello internazionale, la macchina olimpica italiana si sta organizzando in una fase incerta e inedita in termini di sfide economiche e sociali. Vi sono tuttavia analogie con le fasi iniziali del processo che ha portato all’organizzazione e alla celebrazione dell’Esposizione Universale di Milano 2015: un altro grande evento, la cui candidatura risale al periodo 2006-2007, immediatamente precedente alla crisi finanziaria globale e la cui assegnazione alla città di Milano è avvenuta nel marzo 2008. Nonostante i gravi ritardi, la definizione e l’accentramento di poteri straordinari, e nonostante il mancato completamento di ampi segmenti del programma infrastrutturale, Expo 2015 ha certamente contribuito al rinnovamento dell’immagine e al riposizionamento internazionale della città (Pasqui, 2018),[ii] al consolidamento di alcune traiettorie di sviluppo economico e sociale e al ripensamento dell’agenda urbana (Di Vita e Morandi, 2018)[iii]. La mobilitazione di numerosi attori e luoghi per eventi complementari all’esposizione ha avuto effetti diffusi e duraturi nella città (Di Vita e Ponzini 2020)[iv], mentre il riutilizzo dell’area dell’Expo ha incontrato notevoli difficoltà e, a 5 anni dall’evento, attende di essere convertita.

 

Stato di emergenza e appiattimento sul brevissimo termine

Se la fase iniziale dell’organizzazione dell’Expo è avvenuta in un contesto di profonda incertezza economica e sociale (e di ridimensionamento del budget e delle opere previste), la fase iniziale dell’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2026 è indubbiamente segnata da una nuova crisi. Anche se le disponibilità finanziarie pubbliche potrebbero essere garantite, l’attenzione dell’opinione pubblica sembra assorbita da altre priorità economiche e sociali. Milano è stata una delle prime grandi metropoli europee a tratteggiare una strategia di risposta alla pandemia[v] ma con una prospettiva concentrata sul territorio comunale e sul breve termine. Le reazioni delle Regioni Lombardia e Veneto fanno fronte alle aree più colpite in Italia ma non intrecciano i temi e i problemi di infrastrutture e luoghi delle Olimpiadi nel lungo termine. Le strategie nazionali sviluppate dal comitato di esperti guidati da Nicola Colao[vi] non hanno un orizzonte temporale adeguato (2022) per considerare le Olimpiadi (ma forse avrebbe potuto cogliere l’occasione in termini di infrastrutture prioritarie) e non tematizza la filiera sportiva. Cultura, arte e turismo sono approfondite come area d’azione, senza richiami all’evento.

Ritardare (o eludere) il dibattito pubblico sulle Olimpiadi potrebbe limitare la condivisione delle scelte da parte dei territori metropolitani e regionali convolti sia direttamente che indirettamente dagli interventi e le opportunità di rilancio e sviluppo legate alle Olimpiadi Invernali. In un sistema di governance ad hoc (Basso, 2017)[vii], la legge olimpica sembra non escludere un eventuale approccio para-emergenziale, con poteri speciali ed effetti di esclusione sistematica degli attori locali dalle scelte chiave. Tra i rischi dell’attesa rispetto a una scadenza indifferibile vi è un’interpretazione semplificante del processo: l’efficienza gestionale impone una sostanziale rinuncia a perseguire visioni politiche e territoriali organiche, procedendo per singoli progetti, comparti, occasioni o, nei casi peggiori, per ragioni di emergenza (in virtù di eventuali ritardi). Al contrario, iniziare a sviluppare una narrativa condivisa di rilancio regionale e nazionale attraverso le Olimpiadi potrebbe dare forza politica e di pianificazione allo sviluppo del Dossier di candidatura che ha limiti evidenti in termini di visione spaziale e legacy.

 

Due limiti della candidatura: visione spaziale e legacy territoriale

La candidatura di Milano e Cortina alle Olimpiadi Invernali 2026 mostra interessanti elementi di discontinuità con le recenti edizioni delle Olimpiadi, anche dovuti alle esplicite richieste alle città e ai territori ospitanti fatte della nuova Agenda Olimpica 2020 in termini di sostenibilità, flessibilità ed efficienza. Questo ha implicazioni da non sottovalutare: un programma di potenziamento infrastrutturale a scala macro-regionale che si articola nei 4 cluster territoriali di Milano, Valtellina, Cortina con Anterselva e Val di Fiemme (dove si concentreranno le attrezzature sportive e per l’accoglienza di atleti e media), la prevalente realizzazione delle attrezzature sportive e per l’accoglienza di atleti e media attraverso l’uso temporaneo di attrezzature esistenti o l’allestimento ex novo di attrezzature temporanee. Questa impostazione complessifica la governance reale (non quella formale approvata dalla legge Olimpica) dei processi decisionali e degli interventi. Non emerge altresì una visione strategica di insieme: potrebbero risultare esclusi attori locali potenzialmente capaci di rallentare o addirittura bloccare la realizzazione parte delle infrastrutture, mentre manca un progetto di legacy territoriale, capace di integrare e supportare gli obiettivi del Dossier di valorizzazione della legacy ambientale, economica, sociale e sportiva del grande evento. L’impostazione data dal Dossier di candidatura di Milano e Cortina alle Olimpiadi Invernali 2026 interpreta la legacy dell’evento come un capitale da gestire, non come il risultato di un processo di sviluppo di ampia scala e di lungo periodo arricchito dalle specificità locali dei territori coinvolti: dal cluster metropolitano di Milano, ai cluster alpini delle montagne della Lombardia, del Veneto e del Trentino-Alto Adige.

 

Discutere e fare ricerca: narrazione del rilancio, integrazione a scala metropolitana e macro-regionale

I grandi eventi sono il frutto di processi inerentemente ambigui, producono effetti ed eredità positivi e negativi, storie al contempo di successo e insuccesso, inclusione ed esclusione, valorizzazione ed emarginazione, polarizzazioni e squilibri territoriali. In molti casi costituiscono occasioni di rottura rispetto a narrazioni consolidate dei luoghi che li ospitano e che, attraverso di essi, mirano a riposizionarsi sul piano economico, culturale e sociale nella percezione a livello mondiale. Al di là di semplificazioni spesso ideologiche a favore oppure contro i grandi eventi, mancano oggi narrazioni condivise per le Olimpiadi Invernali 2026. I territori toccati dalle Olimpiadi e il quadro temporale rendono una narrazione dei Giochi come opportunità di rilancio verosimile a patto che vi sia una visione territoriale capace di mobilitare e far convergere attori e interessi diversificati. L’emergenza Covid-19 sollecita a ripensare le relazioni multi-scalari tra territori metropolitani e aree montane, ma non è chiaro se e come le Olimpiadi invernali 2026 possano diventare una minaccia per certi attori e territori esclusi piuttosto che un’occasione di rilancio sostenibile alla scala macro-regionale. Il coinvolgimento e l’integrazione degli interventi su base territoriale non possono essere date per scontate, sono l’esito di processi complessi e incerti.

Sulla base delle attività di ricerca sui grandi eventi italiani e internazionali promosse negli scorsi anni e attualmente in corso, questo è uno dei fronti su cui il DAStU può sviluppare un contributo per il territorio milanese e macro-regionale. Nonostante le difficoltà di questa fase, abbiamo iniziato a stimolare il dibattito con il ciclo di seminari internazionali “Mega-events and the City: Reflections and Lessons from the Expo, Olympics and European Capital of Culture”[viii] sostenuto da Comune di Milano e Triennale Milano, e tramite il coordinamento del Cluster nazionale di ricerca sui grandi eventi di Urban@it.

 

[i] La Legge 31/2020 istituisce il Consiglio Olimpico (formato da CONI, Governo Italiano, Regione Lombardia, Regione Veneto e Province autonome di Bolzano e Trento), con il compito di sorvegliare lo svolgimento del programma di realizzazione dei Giochi; riconosce la Fondazione di diritto privato Milano Cortina 2026 (costituita da CONI, CIP, Regione Lombardia, Regione Veneto, Comune di Milano e Comune di Cortina), con il ruolo di comitato organizzatore per l’organizzazione della parte sportiva dell’evento; prevede la costituzione della società Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026 Spa (partecipata di Ministero dell’Economia, Ministero delle infrastrutture, Regione Lombardia, Regione Veneto e Province autonome di Trento e di Bolzano), ovvero un’agenzia pubblica con il ruolo di centrale di committenza e stazione appaltante per la realizzazione delle opere per l’evento; infine, istituisce (presso la Presidenza del Consiglio) il Forum per la sostenibilità e l’eredità dei giochi Milano Cortina 2026, con il compito di tutelare l’eredità olimpica (benefici ambientali, economici e sociali) e promuovere l’utilizzo nel lungo termine delle opere realizzate per i Giochi.

[ii] Pasqui G. (2018), Raccontare Milano. Politiche, progetti, immaginari. Milano: Franco Angeli.

[iii] Di Vita S., Morandi C. (2018), Mega-Events and Legacies in Post-Metropolitan Spaces: Expos and Urban Agendas. Basingstoke: Palgrave Mac Millan.

[iv] Di Vita S., Ponzini, D. (2020) “Milan Expo 2015. The spread of cultural events in historic places and beyond.” In Ponzini, D., Bianchini, F., Tzortzi, N., Sanetra-Szeliga, J. (Eds). Mega-Events and Heritage: The Experience of Five European Cities. Cracovia: International Cultural Centre, pp. 58-101.

[v] Comune di Milano (2020) Milano 2020. Strategia di adattamento. Documento aperto al contributo della città. Documento tratto dal sito del Comune di  Milano: https://www.comune.milano.it/documents/20126/95930101/Milano+2020.++Strategia+di+adattamento.pdf/c96c1297-f8ad-5482-859c-90de1d2b76cb?t=1587723749501

[vi] Comitato di esperti in materia economica e sociale (2020) Iniziative per il rilancio “Italia 2020-2022”. Rapporto per il Presidente del Consiglio dei Ministri. Documento tratto dal sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/comitato_rapporto.pdf

[vii] Basso M. (2017), Grandi eventi e politiche urbane. Governare “routine” eccezionali, un confronto internazionale. Milano: Guerini e Associati.

[viii] Maggiori informazioni sui seminari e i filmati degli interventi dei relatori si possono trovare sul sito web: http://www.tau-lab.polimi.it/mega-events-and-the-city-seminar-series/

read-less

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/07/10/pianificare-le-olimpiadi-invernali-2026-nella-fase-post-covid-19/feed/ 0 4873
SUPER-VASTE-PROGRAMME https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/07/06/super-vaste-programme/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/07/06/super-vaste-programme/#respond Mon, 06 Jul 2020 13:20:19 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4809
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Pier PaoloTamburelli

Data:

07 Luglio 2020

Durante i mesi dell’epidemia COVID-19 ho scritto un testo che provava a immaginare cosa si sarebbe potuto fare dopo, quando sarebbe diventato necessario avere qualche idea su cosa fare per affrontare la situazione. Questo testo, alla fine, è stato pubblicato sul Foglio del 15 giugno. Lo avevo intitolato SUPER-VASTE-PROGRAMME, che mi sembrava titolo già sufficientemente esagerato, ma ovviamente i titoli nei quotidiani li fanno i giornalisti, quindi è andata a finire in maniera ancora più pomposa. Ma forse è un bene; c’è un aspetto ridicolo in questa proposta, e non è il caso di nasconderlo.

Il testo è molto lungo per un quotidiano, quasi 20,000 battute, ma allo stesso tempo è anche sbrigativo e superficiale. E non poteva essere diversamente. Infatti, quello che ho provato a fare è tenere presenti le diverse componenti di un discorso sul territorio e sullo spazio, cercare di costruire un discorso globale che le possa tenere assieme. Ovviamente il testo è pensato per un pubblico ampio (anche se il Foglio non è esattamente un giornale a grande diffusione) e alcune affermazioni sono piuttosto brutali. In un certo senso proporlo ora a specialisti come i membri del DASTU è la prova più difficile, visto che molti lavorano su questi temi e sono decisamente più competenti di me.

Quello che mi sembra interessante proporre ad un pubblico più ampio è l’esigenza di fondare il nostro discorso pubblico su un’immagine realista del nostro territorio e la corrispondente necessità di darsi una politica del territorio consapevole. A mio parere, per molte ragioni, queste due esigenze speculari sono state incredibilmente trascurate negli ultimi quarant’anni e credo che, forse anche un po’ ingenuamente, potremmo fare qualcosa per tornare a tenerle presenti. Questo vuole anche dire pensare che un progetto (a tutte le scale) sia possibile, che sia possibile pensare strategie generali, tenere assieme un discorso sul centro e un discorso sulla periferia, pensare di agire su trasformazioni di lungo periodo. In fin dei conti penso che si possa anche essere ottimisti, per quanto immotivato possa sembrare.

Ringrazio Stefano Boeri, Massimo Bricocoli e Federico Zanfi per i loro suggerimenti.

>>scarica l’articolo 
o leggilo online
https://www.ilfoglio.it/societa/2020/06/15/news/progetto-italia-e-ora-di-osare-320978/

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/07/06/super-vaste-programme/feed/ 0 4809
Disegni dalla quarantena. Abitare poeticamente la povertà https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/25/disegni-dalla-quarantena-abitare-poeticamente-la-poverta/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/25/disegni-dalla-quarantena-abitare-poeticamente-la-poverta/#respond Thu, 25 Jun 2020 09:59:24 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4629 Autore: Alessandro Bianchi, Luca Cesari
Questa raccolta di disegni è parte di un dialogo culturale a distanza fra amici vicini di sentimenti, di origine geografica comune (Novafeltria nel Montefeltro), rinvigorito dalla tensione ma anche dal tempo prezioso della quarantena imposta dalla pandemia [...]]]>
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Alessandro Bianchi,
Luca Cesari

Data:

25 Giugno 2020

“Questa raccolta di disegni è parte di un dialogo culturale a distanza fra amici vicini di sentimenti, di origine geografica comune (Novafeltria nel Montefeltro), rinvigorito dalla tensione ma anche dal tempo prezioso della quarantena imposta dalla pandemia. Un dialogo cominciato nel 1999 con uno scritto di Cesari per “La città riconoscibile” di Bianchi (Da Insaniàpoli alla città riconoscibile), e ripreso vent’anni dopo con uno scambio di pensieri sulla vita e sul proprio lavoro intellettuale, artistico e professionale.

 

Ecco qualche passo dal dialogo via WhatsApp durante la quarantena:
8 APRILE

‎[08/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “il tempo sospeso…”.
‎[08/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “tempi sospesi…”.
[08/04/20] LC: Belli, di chi sono?
[08/04/20] AB: Miei… finalmente ho il tempo di disegnare.
[08/04/20] LC: Complimenti. Sento più sospeso il primo.
[08/04/20] AB: Grazie. E le tue giornate
[08/04/20] LC: A parte la didattica a distanza che mi impegna abbastanza, scribacchio qualche verso, o qualche prova poetica che potrebbe diventare poesia… Purtroppo la revisione del libro di prossima uscita (ma non so quanto prossima!) mi prende del tempo e mi toglie un pò di quella libertà interiore che in questo momento potrebbe dare frutto … Per il resto mi godo un quadrato di sole nel giardino.

9 APRILE
[09/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “un quadrato di sole”.

10 APRILE
[10/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “le torri hanno radici”.
[10/04/20] LC: Molto belli anche per il concetto. Vorrò vederli dal vero quando possibile. Ci sono i tuoi mondi a confronto. La terra, le radici nello spirito e l’architettura che si radica su una base, su un inizio. Buon venerdì santo.
[10/04/20] AB: Grazie… continua a darmi qualche idea da poeta, il “quadrato di sole” è tuo! buon venerdì santo, un abbraccio.

12 APRILE
[12/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “milano va giù”.
[12/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “profili milanesi”.
[12/04/20] AB: Buona Pasqua Luca!
[12/04/20] LC: Mi piacciono molto i tuoi titoli antifuturisti (opposti alla “città che sale”) … e quell’aspetto di città del silenzio (dunque massimamente antifuturiste) che i disegni evocano cancellando il sonoro urbano di fondo. Questi spicchi di un’urbanistica inutilizzata come oggetto funzionale, fan come pensare a dinosauri stazionari sulla terra senza più comunità. Buona Pasqua anche a te, carissimo, a tua moglie e ai figlioli.
[12/04/20] AB: Grazie caro sei gentile e il tuo giudizio competente mi fa piacere. A prestissimo.

14 APRILE
[14/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “il molo dell’anima”.
[14/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “il sole pesante”.
[14/04/20] LC: Questi, pittoricamente parlando sono i più completi.

 

read-more

19 APRILE
[19/04/20] AB: Qualche disegno ancora… a scandire il ritmo delle giornate, come le preghiere di una volta.
[19/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “la luce in mezzo al tunnel”.
[19/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “l’enigma dell’attesa”.
[19/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “interni urbani I”.
‎[19/04/20] AB: Invio disegno dal titolo “interni urbani II”.
‎[19/04/20] AB: invio disegno dal titolo “l’oriente in casa”.
[19/04/20] LC: Questi introducono a uno spostamento dello sguardo: a una zona interna di trasferimento. L’illusione è di esser prossimi al varco del tunnel, della galleria, accompagnati però dal timore che una delusione ci raggeli (siamo a un metro dall’uscita o siamo incastrati dentro?). Per fortuna il sogno ambrato di aver l’oriente in casa, stempera un po’ la sospensione dell’attesa.
[19/04/20] AB: Grazie Luca! Un abbraccio.

29 APRILE
[29/04/20] AB: Ciao Luca, come stai? Ho continuato a disegnare, ma ho anche raccolto i disegni dei taccuini fra il 1998 e il 2002. Ti allego il link per vederli, quando hai tempo… un abbraccio, Alessandro.
[29/04/20] AB: Invio raccolta di disegni dal titolo “Disegni / Drawings 1998-2002”:
https://www.academia.edu/42887647/Disegni_Drawings_1998-2002.
[29/04/20] LC: Ciao caro Alessandro, sto abbastanza bene, aiutato dal sole. Mandami i disegni per posta elettronica (omissis), riesco a vederli meglio. Ti abbraccio, Luca.
[29/04/20] LC: Caro Alessandro, son riuscito ad aprire sino a p. 67. E’ tutto? In ogni modo, ho scoperto una parte di te che non conoscevo. Alcuni disegni fisiognomici (quelli che chiami ritratti) mi hanno colpito molto. Soprattutto per la loro assenza. Per questa rievocazione di assenti. Sempre su questo fronte di problematizzazione della memoria e delle identità assumono un aspetto sociale imponente. E tra questi disegni sociali vi sono quelli di tipo enigmistico, non so come dire, che creano cioè una specie di rebus tra titolo e immagine che mi ricorda certi aspetti dei pop italiani (Pozzati, per esempio). Ma il vero enigma è capire, per l’appunto, chi è l’architetto, chi è il mentore, chi è il presidente oltre la maschera del lasciar essere nel quotidiano ciò che per gli altri siamo. I primissimi ritratti femminili (sino al torso di schiena, quello è buono) mi convincono meno dei successivi. E i disegni architettonici viaggiano sempre sulla modalità del tuo interno fluire sentimentale, memoriale; idee semplici di enti decisivi per il tuo e per il nostro destino. Tout se tient, bravo.
Ti invio queste reazioni immediate, pensieri un pò alla sparsa; ma dovresti pensare a una presentazione (editoriale) completa … catalogo o cosa analoga. Ti abbraccio, Luca.

30 APRILE
[30/04/20] AB: Ciao Luca, ho appena letto il tuo bel commento ai miei disegni giovanili, enigmatici e pop. Come sempre riesci a tagliare in modo profondo e azzeccato i sentimenti che ruotano intorno al mio pensiero grafico.
[30/04/20] AB: Non potremmo pensare ad una pubblicazione a due mani, tuoi i testi miei i disegni? Non necessariamente ciò che scrivi deve essere commento critico dei miei, potrebbe essere l’occasione per creare un tavolo artistico comune a due linguaggi…
[30/04/20] LC: Si può fare, sarebbe bello, dobbiamo trovare il momento.
[30/04/20] LC: Disegni per abitare (poeticamente).
[30/04/20] LC: Dimenticavo… abitare poeticamente la povertà.
[30/04/20] AB: Così possiamo ricordare anche Germano Celant, unendo ai contenuti (arte povera / abitare in povertà) anche i sentimenti sul terribile momento che stiamo vivendo, il virus che tante vite ha spezzato prima del tempo.
[30/04/20] LC: Si la povertà come svalorizzazione del fondamento comune (terra, physis, vita) e del costruire che sta a due passi dal celebrare (mito di Anfione evocato da Valery, immagine dell’architetto e poeta).
[30/04/20] AB: Eupalinos o l’architetto, aveva anche una bella veste editoriale l’edizione italiana.
‎[30/04/20] AB: invio copertina “Eupalino o l’Architetto” edizione Biblioteca Faram
[30/04/20] LC: Io ho un’edizione con introduzione di Ungaretti, non conosco quella che citi.

1 MAGGIO
[01/05/20] LC: E’ morto Celant! ecco perchè ieri ti riferivi a lui, io ancora non lo sapevo.
Buon primo maggio nei limiti del possibile.
[01/05/20] AB: Si infatti. Buon primo maggio!”

 

Link alla pubblicazione:
https://www.academia.edu/43304085/Disegni_dalla_quarantena_Abitare_poeticamente_la_povertà
È stata anche recensita da Il Resto del Carlino:
https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/libri-novità-disegni-dalla-quarantena-1.5238739

Alessandro Bianchi (1969) architetto e dottore di ricerca in Disegno, è professore associato presso la Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni (AUIC) del Politecnico di Milano. Si occupa di rapporti fra disegno di architettura e paesaggio anche in relazione al mondo dell’arte figurativa.

Luca Cesari (1960) si è formato sotto la guida di Luciano Anceschi e dedica prevalentemente la sua attività di studioso all’estetica, alla critica, alla poetica della tradizione romantica e novecentesca: personalità e idee. È professore di estetica all’Accademia di Belle Arti di Urbino.

read-less

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/25/disegni-dalla-quarantena-abitare-poeticamente-la-poverta/feed/ 0 4629
La dimensione istituzionale nelle scuole nei tempi del COVID19 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/11/la-dimensione-istituzionale-nelle-scuole-nei-tempi-del-covid19/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/11/la-dimensione-istituzionale-nelle-scuole-nei-tempi-del-covid19/#respond Thu, 11 Jun 2020 10:01:26 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4484 Autore: Karenina Aramburu Guevara
Una riflessione sulla dimensione istituzionale nelle scuole, in relazione alla situazione attuale legata alla pandemia [...]]]>
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Karenina Aramburu Guevara

Data:

11 Giugno 2020

Quello che si propone è una riflessione sulla dimensione istituzionale nelle scuole, in relazione alla situazione attuale legata alla pandemia, sottolineando il ruolo della governance locale e le loro politiche scolastiche per spiegare gli effetti di polarizzazione delle scuole e di produzione di diseguaglianze che comporti un divario eccessivo nella qualità delle scuole stesse. La riflessione, maturata sulla base della propria ricerca, fa emergere proprio l’importanza del sistema istituzionale a livello locale e gli aspetti strutturale della governance locale che ha un impatto sull’intero sistema scolastico, soprattutto dall’inizio della pandemia, in cui le scuole hanno subito un impatto fortissimo sulla continuità delle attività scolastiche e sulle opportunità ad un accesso equo alla educazione digitale.

>>leggi tutto

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/11/la-dimensione-istituzionale-nelle-scuole-nei-tempi-del-covid19/feed/ 0 4484
Geografie dell’urbano e il mondo di ieri https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/05/geografie-dellurbano-e-il-mondo-di-ieri/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/05/geografie-dellurbano-e-il-mondo-di-ieri/#respond Fri, 05 Jun 2020 13:06:15 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4403 Autore: Simonetta Armondi, Matteo Bolocan Goldstein
Da tempo, la stabilità delle relazioni geo-economiche e geopolitiche non contraddistingue le dinamiche dello spazio-mondo e delle sue articolazioni regionali e territoriali. Essendo, tale profilo instabile e contraddittorio, accentuatosi nel dispiegarsi drammatico della crisi pandemica. Tuttavia, a voler apprendere quanto possibile dall’osservazione dei fenomeni in corso, sembra opportuno sfidarsi in avanti e – per farlo – sfidare le stesse categorie interpretative sulle quali hanno fatto leva le discipline e gli approcci di cui siamo portatori [...]]]>
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Simonetta Armondi, Matteo Bolocan Goldstein

Data:

05 Giugno 2020

Da tempo, la stabilità delle relazioni geo-economiche e geopolitiche non contraddistingue le dinamiche dello spazio-mondo e delle sue articolazioni regionali e territoriali. Essendo, tale profilo instabile e contraddittorio, accentuatosi nel dispiegarsi drammatico della crisi pandemica. Tuttavia, a voler apprendere quanto possibile dall’osservazione dei fenomeni in corso, sembra opportuno sfidarsi in avanti e – per farlo – sfidare le stesse categorie interpretative sulle quali hanno fatto leva le discipline e gli approcci di cui siamo portatori. Il presente contributo muove dunque da una prospettiva geografica orientandosi a considerare la dimensione urbana della crisi, il nesso tra regioni urbane e salute pubblica e l’impostazione di un’agenda di temi geografici. Tale sforzo, anche per tornare a riflettere su Milano e il Nord da una diversa prospettiva.

>>leggi tutto

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/05/geografie-dellurbano-e-il-mondo-di-ieri/feed/ 0 4403
ri-educazione virtuale https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/05/ri-educazione-virtuale/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/05/ri-educazione-virtuale/#respond Fri, 05 Jun 2020 09:01:21 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4386 Autore: Claudio Umberto Comi
I giorni passati rinchiusi in casa per l’epidemia di Covid-19  ci hanno permesso di sperimentare in prima persona la “mancanza”. Vivendo ormai in modo sovrabbondante molti momenti della nostra giornata e, stipando in casa, sempre in modo sovrabbondante, cose, oggetti e ricordi ci siamo inevitabilmente abituati al molto ed al di più. In  un certo qual senso buona parte della nostra vita si trovava, e probabilmente ancora si trova, in una condizione di “troppo pieno” [...]]]>
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Claudio Umberto Comi

Data:

05 Giugno 2020

I giorni passati rinchiusi in casa per l’epidemia di Covid-19  ci hanno permesso di sperimentare in prima persona la “mancanza”. Vivendo ormai in modo sovrabbondante molti momenti della nostra giornata e, stipando in casa, sempre in modo sovrabbondante, cose, oggetti e ricordi ci siamo inevitabilmente abituati al molto ed al di più. In  un certo qual senso buona parte della nostra vita si trovava, e probabilmente ancora si trova, in una condizione di “troppo pieno” per effetto della quale qualcosa alla fine rigurgita. Se un merito, Covid19 lo ha avuto, è forse proprio quello di farci percepire una gerarchia di valori in base ai quali riordinare il nostro quotidiano escludendo proprio quelli che sono di troppo.

>>leggi tutto

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/06/05/ri-educazione-virtuale/feed/ 0 4386
Più poveri e invisibili. I quartieri pubblici durante l’emergenza da COVID-19 https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/25/piu-poveri-e-invisibili-i-quartieri-pubblici-durante-lemergenza-da-covid-19/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/25/piu-poveri-e-invisibili-i-quartieri-pubblici-durante-lemergenza-da-covid-19/#respond Mon, 25 May 2020 16:19:16 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4366 Autore: Elena Maranghi, Paolo Grassi, Francesca Cognetti
Attraverso la prospettiva e l’approccio del gruppo di ricerca azione Mapping San Siro, il presente contributo ragiona sul valore e la possibilità di fare ricerca nell’ambito degli studi urbani durante l'emergenza da COVID-19 [...]]]>
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Elena Maranghi, Paolo Grassi, Francesca Cognetti

Data:

25 Maggio 2020

Attraverso la prospettiva e l’approccio del gruppo di ricerca azione Mapping San Siro, il presente contributo ragiona sul valore e la possibilità di fare ricerca nell’ambito degli studi urbani durante l’emergenza da COVID-19. A partire dal caso di San Siro (Milano), sviluppa una prima riflessione sulle criticità esplose durante la pandemia in alcuni quartieri di edilizia pubblica, attinenti ai temi dell’abitare e della marginalizzazione socio-economica. Propone un’azione circostanziata di ricerca che parta da una narrazione polifonica di una realtà profondamente colpita dall’attuale situazione di crisi.

>>leggi tutto

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/25/piu-poveri-e-invisibili-i-quartieri-pubblici-durante-lemergenza-da-covid-19/feed/ 0 4366
Il commercio fisico e online durante il covid-19: una riflessione per il futuro a partire da alcune evidenze https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/21/il-commercio-fisico-e-online-durante-il-covid-19-una-riflessione-per-il-futuro-a-partire-da-alcune-evidenze/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/21/il-commercio-fisico-e-online-durante-il-covid-19-una-riflessione-per-il-futuro-a-partire-da-alcune-evidenze/#respond Thu, 21 May 2020 10:30:57 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4295 Autore: Stefano Saloriani
Il contributo propone l’osservazione delle scelte dei consumatori italiani durante i primi mesi dell’emergenza Covid-19 [...]]]>
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Stefano Saloriani

Data:

21 Maggio 2020

Il contributo propone l’osservazione delle scelte dei consumatori italiani durante i primi mesi dell’emergenza Covid-19 al fine di comprendere quanto sia cambiato il comportamento degli acquirenti e dei fornitori di servizi. I primi dati mostrano un effetto acceleratore rispetto ad alcuni processi già in atto nel settore del commercio come, ad esempio, la propensione agli acquisti tramite e-commerce che è diventato un importante strumento di supporto per gli esercenti e i consumatori tradizionali solitamente meno avvezzi all’utilizzo di tali modalità. La riflessione, dopo la ricostruzione delle macro-dinamiche avvenute durante i mesi di lock-down, affronterà il rapporto tra commercio fisico e online e proporrà, infine, alcuni spunti a partire dalle tendenze registrate nell’ultimo periodo >>leggi tutto
]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/21/il-commercio-fisico-e-online-durante-il-covid-19-una-riflessione-per-il-futuro-a-partire-da-alcune-evidenze/feed/ 0 4295
Quale mobilità durante e dopo il COVID19 nei territori fragili? https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/20/quale-mobilita-durante-e-dopo-il-covid19-nei-territori-fragili/ https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/20/quale-mobilita-durante-e-dopo-il-covid19-nei-territori-fragili/#respond Tue, 19 May 2020 22:49:16 +0000 http://www.eccellenza.dastu.polimi.it/?p=4284 Autore: Paolo Beria
Quale è stato e sarà l’impatto della pandemia di SARS-COV-2 sulla mobilità? In un recente contributo, [...]]]>
I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Paolo Beria

Data:

20 Maggio 2020

Quale è stato e sarà l’impatto della pandemia di SARS-COV-2 sulla mobilità? In un recente contributo, ho provato a fornire una visione della “Fase 3”, cioè del possibile nuovo equilibrio alla piena riapertura partendo dai vincoli strutturali del sistema della mobilità.[1] In questo contributo, invece, partirò dalle fasi iniziali dell’epidemia, che si è originata in territori non fragili ma certo nemmeno centrali, per poi diffondersi rapidamente e profondamente alle metropoli ed al resto del territorio. Successivamente si ragionerà sulle direzioni dell’”esodo” di persone durante le diverse fasi del lockdown, attraverso l’elaborazione dei dati di presenza forniti dal programma Facebook Data for Good.  Infine, si ragionerà in termini generali sul futuro dei luoghi marginali, apparentemente più fragili delle metropoli agli shock, ma che potenzialmente potrebbero trarne vantaggio relativo in futuro.

[1] http://www.eyesreg.it/2020/la-pandemia-della-mobilita/

>>leggi tutto

]]>
https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2020/05/20/quale-mobilita-durante-e-dopo-il-covid19-nei-territori-fragili/feed/ 0 4284