Prossemiche 2.0

I territori fragili e l'epidemia: riflessioni

Autore:

Claudio Umberto Comi

Data:

13 Maggio 2020

“La lontananza sai è come il vento  ….”, certo; ma quanto siamo lontani da una possibile fine dell’epidemia di COvid 19 che ha attraversato l’Italia?  Se vi fosse una possibile risposta, ora che la “fase due” è iniziata, forse come dice un’altra canzone … “nel vento sarà ”; e cosa centrerà mai il vento con pensieri che attengono alle distanze? Nei primi giorni dell’epifania epidemica, ancor prima che gli scienziati ci educassero al rischio insito nel “droplet ”, immediatamente la memoria mi ha spinto a compulsare vecchi testi di igiene ambientale per ritrovare anche alcuni studi sulla gittata di uno stranuto.

Quello stranuto che a magari ciascuno di noi sul finire dell’anno, nell’ingrato ruolo di un inconsapevole “asintomatico”, ci ha portato ad infettare qualcuno. Se ciò sia accaduto non lo sapremo mai e questo è un bene perché forse non sapremmo mai perdonarcelo. Però nei medesimi testi  vi erano indicazioni chiare e precise sul come comportarsi al dilagare di un’infezione a scala urbana. Dalle misure di contenimento e confinamento dunque il salto alle questioni ergonomiche di distanze ottimali come sintesi di distanze funzionali e prestazionali il passo è stato breve. Proprio dagli studi di ergonomia si originano quelli sulla prossemica   nata per l’appunto come un insieme di studi “tecnici”  e psicologici che diverrà poi la scienza delle distanze sociali  forse ora in parte da riscoprire. Dunque, con fresca nella memoria la necessità di un distanziamento sociale  che tra alterne fortune ci ha tenuti lontani in ordine sparso da:  nonni ed amici di lunga data , luoghi affollati, ozi e negozi, dal lavoro ed i suoi spazi ed inevitabilmente dagli altri, ora che si approssima l’estate, sia questo fatto di viaggi esotici, refrigerio di vedute alpine od ombrelloni e creme solari, ognuno si interroga a quale distanza sia opportuno tenersi dagli altri e tenere lontane da noi le storture del mondo. Per quest’ultime la risposta immediata è facile: speriamo che tutto ciò sia ormai alle spalle; come se avere un pericolo alle spalle sia poi una cosa così rassicurante . Per le altre gli studi e la tassonomia concentrica di Edward Hall ci possono venire in aiuto.

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