IL PROGETTO

DAStU – DIPARTIMENTO DI ECCELLENZA

Il DAStU è tra i 180 dipartimenti italiani selezionati e finanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) per il periodo 2018-2022 nell’ambito dell’iniziativa Dipartimenti di Eccellenza (L. 232/2016). Si tratta di un intervento ministeriale innovativo che premia i dipartimenti che spiccano per la qualità della ricerca prodotta e che finanzia specifici progetti di sviluppo.

Nel quinquennio 2018-2022, il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani dedicherà le proprie forze ad esplorare i processi articolati e plurali di fragilizzazione del rapporto spazio-società, con particolare riferimento al territorio italiano ed europeo, guardando ad essa in termini di esposizione a molteplici e differenziati fattori di rischio: ambientale, sociale, economico, politico, istituzionale.

Al centro del progetto l’attivazione di un Laboratorio permanente animato da 12 dottorandi, 16 assegnisti di ricerca e 7 nuovi ricercatori reclutati con le risorse del progetto ministeriale per dedicarsi al tema delle fragilità territoriali, insieme ai molti colleghi e colleghe che, nei diversi gruppi di ricerca, già lavorano quotidianamente sulle varie declinazioni del tema.

Il Laboratorio permanente promuove attività di ricerca e progettazione di natura transdisciplinare, anche attraverso candidature a bandi competitivi a livello europeo, nazionale e locale, la produzione scientifica accreditata, il supporto allo sviluppo dei Laboratori di ricerca applicata del Dipartimento, un programma di seminari ed eventi speciali che si stanno svolgendo a partire dal 2019, la promozione di scambi incoming e outgoing per docenti e ricercatori e con centri e strutture di eccellenza in tutta Europa.

TEMI

Tornare a occuparsi delle fragilità territoriali è una necessità e insieme una grande opportunità.

Nei territori fragili sono presenti straordinarie risorse, umane, paesaggistiche, culturali e ambientali, che se supportate da nuovi progetti e da nuove politiche place-based, possono portare un beneficio economico e sociale per tutti.

Ci sono grandi risorse nelle periferie urbane, dove le reti associative possono essere i punti di forza di veri progetti di rigenerazione urbana; nelle aree montane che non possono più essere guardate solo come meta turistica o riserva di risorse idriche, energetiche e ambientali; nei mille borghi dell’Italia minore, come sta dimostrando la Strategia Nazionale per le Aree Interne che sta disegnando possibili vie di uscita dalle traiettorie del declino e dello spopolamento.

Obiettivi

Il Dipartimento si propone di diventare un nodo importante di una rete internazionale di ricercatori e istituzioni che lavorano sulle diverse declinazioni della fragilità territoriale. Obiettivo ultimo è quello di fondare un Centro di Ricerca di Eccellenza transdisciplinare sulle fragilità territoriali che possa diventare un punto di riferimento permanente sia nel mondo accademico e della ricerca, sia tra le istituzioni e gli altri attori impegnati in politiche e progetti “antifragili”.

L’obiettivo strategico è articolato in una serie di obiettivi specifici

UN PROGETTO TRANSDISCIPLINARE. La natura interdisciplinare e tematica del DAStU, e la sua collocazione in un Ateneo politecnico nel quale, in altri Dipartimenti, sono presenti competenze complementari sul tema, costituiscono i punti di partenza per costruire un programma di ricerca capace di integrare efficacemente le dimensioni geografico-ambientali e quelle socio-economiche delle fragilità territoriali.

Le attività di ricerca del programma contemplano aspetti legati alle politiche e ai progetti di riuso, di riciclo e di rigenerazione del patrimonio storico-culturale, architettonico, paesaggistico e dell’ambiente costruito, ma anche le azioni per ridurre i divari e le diseguaglianze sociali e territoriali tra diverse aree del Paese e tra diverse porzioni delle aree urbanizzate.

 

UNO SPICCATO ORIENTAMENTO PROGETTUALE. L’indagine, la descrizione e la mappatura dei fenomeni e dei processi di fragilità territoriale sono orientate a produrre progetti (di architettura, di spazi interni, di città e di paesaggio) e a offrire suggerimenti, indicazioni e linee guida per il disegno e l’implementazione di programmi e politiche pubbliche.

L’ambizione è quella di condurre sperimentazioni sul campo, anche con riferimento a contesti internazionali, al fine di aumentare la resilienza e di ridurre i rischi in una prospettiva d’azione capace di identificare buone pratiche e di proporre linee guida per il rafforzamento di territori “antifragili”.

 

FORTE APERTURA INTERNAZIONALE. La fragilità territoriale, come sfida globale, trova diverse articolazioni nelle varie parti del nostro pianeta: le aree in fase di rapida urbanizzazione in Africa e in generale nel Global South, i contesti dinamici dell’estremo oriente, dell’Asia minore e del subcontinente indiano, i territori “in crisi” del nord America e dell’Europa.

Ci candidiamo a diventare un nodo importante di una rete internazionale di ricercatori e istituzioni che lavorano sulle diverse declinazioni delle fragilità territoriali. Per questa ragione il Dipartimento sta consolidando relazioni di scambio con altri attori della ricerca su questi temi.

 

APPROCCIO PLACE-BASED E IMPATTO SOCIALE. Il tema delle fragilità è affrontato a partire dai territori, e dal modo in cui in essi interagiscono fenomeni naturali (anche legati a condizioni di rischio sismico e idrogeologico), dinamiche insediative e processi sociali. L’obiettivo è quello di interagire operativamente con le domande emergenti da parte di soggetti pubblici, imprese e attori del terzo settore, popolazioni, e di sviluppare attività coerenti con una “terza missione” pensata nella chiave del public engagement. Una prospettiva attenta all’impatto sociale (sulle persone, sui gruppi sociali, sulle istituzioni, ma anche sui paesaggi e sull’ambiente costruito) della nostra attività.

Per questo ci impegniamo non solo a dar conto in forma pubblica degli esiti del nostro lavoro, ma a costruire occasioni di attenta interlocuzione ampia e non solo interna al mondo accademico, con l’obiettivo di contribuire a costruire risposte operative alle domande della società contemporanea.

Linee di ricerca

A partire dal 2018 sono stati attivati 16 assegni di ricerca triennali afferenti a diverse aree disciplinari con l’obiettivo di creare un gruppo di giovani ricercatori qualificati e fortemente motivati a lavorare, anche in modalità sinergica e integrata, al programma.

Le 16 linee di ricerca sono l’esito di un processo partecipato a livello dipartimentale, che ha portato alla selezione delle priorità tematiche e alla costituzione di altrettanti “comitati di indirizzo” multidisciplinari quale luogo di riferimento per gli assegnisti, e di confronto allargato in merito alle singole linee di ricerca.

Nel corso di una prima Giornata di studi dal titolo: Un’agenda di ricerca sulle fragilità territoriali. Il progetto DAStU nel programma MIUR Dipartimenti di Eccellenza 2018-2022 (Marzo 2019) le priorità strategiche e tematiche del progetto sono state presentate e discusse con esperti italiani e internazionali e con esponenti delle principali istituzioni governative che si occupano di fragilità territoriali in Italia (Dip. Aree Interne, Dip. Casa Italia e Dip. Protezione Civile).

Attorno a questi temi sono state messe in campo a partire dal 2019 attività didattiche di elevata qualificazione.

1 StraDe – Successi e fallimenti delle strategie di sviluppo economico e territoriale per le aree svantaggiate.
Il caso italiano nel contesto europeo

A partire dal dibattito attorno ai temi dello sviluppo place based e dei “luoghi che non contano” si intende esplorare le politiche di sviluppo economico e territoriale adottate negli ultimi 15-20 anni in Europa e gli effetti socio-economici di queste politiche sulle aree svantaggiate. In questo periodo, le politiche si sono concentrate sulle aree forti nell’ipotesi che queste avrebbero fatto da traino sulle aree svantaggiate, le quali, invece, si sono spesso ancor più indebolite. Inoltre, l’aumento delle disparità territoriali nei paesi occidentali sembra aver inciso sugli orientamenti sociali e culturali di fondo, contribuendo a riconfigurare le stesse basi socio-territoriali del consenso politico di interi stati-nazione (i.e. Brexit) e all’emergere di fenomeni “nazionalisti/populisti”.

Parole chiave: luoghi che non contano; sviluppo economico; disuguaglianze territoriali

2 ExSeg – Disuguaglianze e forme di esclusione e segregazione socio-spaziale.
Dinamiche di segregazione socio-spaziale tra scuola, residenza e servizi in territori fragili.

La segregazione scolastica è l’esito di dinamiche urbane complesse: crescenti disuguaglianze sociali e territoriali, differenziazione etnica e sociale, nuovi dispositivi di mercato nell’accesso ai servizi pubblici. La centralità nei processi di riproduzione/contrasto delle disuguaglianze e la capillarità della sua distribuzione territoriale rendono la scuola un punto nevralgico da cui osservare le dinamiche di segregazione. La ricerca è focalizzata sulle intersezioni tra disuguaglianze, forme di segregazione scolastica e residenziale, dinamiche abitative, processi di differenziazione etnica e sociale della popolazione urbana, e politiche urbane che tentano di contrastarle. Il campo empirico della ricerca è quello dei quartieri urbani fragili.

Parole chiave: segregazione spaziale, scuola, abitare, disuguaglianze sociali

3 ReScale – Progetto multiscalare per città e territori resilienti.
Indirizzi e orientamenti per anticipare processi e fenomeni critici e capacità di adattamento

Interventi funzionali ad anticipare i processi e i fenomeni critici e a orientare le trasformazioni urbane e territoriali verso condizioni di maggiori sostenibilità e capacità di adattamento. Costruzione di metodologie progettuali multiscalari in contesti vari che vanno dalle isole alle aree interne montane, alle zone rurali, ai borghi, alle città di medie dimensioni, alle regioni metropolitane. La declinazione specifica proposta è la caratterizzazione comune a queste aree di essere soggette a rischi naturali e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. 

Parole chiave: rischi naturali, cambiamenti climatici, resilienza

4 ShrinkIT – Le fragilità delle Italie in contrazione socio-demografica e/o con eccesso di patrimonio edilizio e infrastrutturale

Focus sulle dimensioni della fragilità nei territori contrassegnati: da un lato, da dinamiche di “contrazione” delle popolazioni presenti – a vario titolo, anche solo temporaneamente – delle attività svolte, dei flussi che li attraversano; dall’altro nei territori con crescente carenza di cura e manutenzione, e/o con processi di abbandono, di segmenti rilevanti del patrimonio costruito sia pubblico che privato (edifici, infrastrutture, monumenti, ecc.). Un patrimonio che può apparire in eccesso, anche a causa di passate dinamiche di sovrapproduzione, o sempre meno abitabile, per le sue connotazioni urbanistiche-edilizie oltre che per i contesti in cui è inserito. 

Parole chiave: declino demografico, recessione economica, patrimonio edilizio

5 ProLand – Mappature, politiche, progetti di paesaggio per la valorizzazione e rigenerazione di territori fragili. Il progetto come atto di conoscenza. 

I territori fragili sono l’esito di problematiche ambientali, economiche, sociali prodotte da catastrofi naturali, mancata manutenzione dei territori, del patrimonio edilizio, infrastrutturale e della non integrazione tra politiche, progetti e saperi. Acqua, suolo, vegetazione, animali, clima, energia, sono centrali per il progetto di paesaggio considerato nelle sue molte forme per la capacità di leggere e costruire complessi sistemi di relazioni alla scala urbana, del territorio e ravvicinata dell’uomo che abita gli spazi aperti. I temi di progetto sono il ridisegno dei sistemi infrastrutturali, agroecologici e naturalistici (connessioni ecologiche, fruitive, idrauliche), la rigenerazione dei paesaggi, dei patrimoni costruiti e il disegno degli spazi dello “stare”. 

Parole chiave: paesaggio, agroecologia, progetto

6 BioBuild – Strategie bioclimatiche per la rigenerazione sostenibile del patrimonio residenziale e dell’ambiente

La ricerca assume una concezione del progetto di architettura come previsione di processi che regolano i rapporti tra edifici/sistemi insediativi (ambiente costruito) e persone/comunità Insediate: valutazione dei caratteri bioclimatici dei tessuti urbani in relazione ai caratteri morfotipologici e tecnologici del costruito, al risparmio delle risorse idriche e miglioramento di resilienza, sicurezza, salute e benessere psico-fisico; riqualificazione e riuso adattivo dell’esistente con il ricorso a metodiche multiscalari di performance-based evaluation per analisi delle vocazioni dei contesti; miglioramento dei processi manutentivi adeguati al coinvolgimento degli utenti nella progettazione e autocostruzione, anche con recupero di materiali e componenti (upcycling). 

Parole chiave: sostenibilità, progettazione bioclimatica, ambiente costruito

7 WelPhy – Il capitale materiale del welfare: spazi, processi e politiche

Il capitale materiale del welfare si compone oggi di una varietà di manufatti e spazi che intersecano, oltre che condizioni di abbandono, dismissione e sottoutilizzo, una molteplicità di forme di gestione, esperienze e pratiche d’uso. Questo patrimonio è assunto come terreno privilegiato di ricerca per la capacità di riverberare effetti sui contesti territoriali, talvolta fragili, in cui si colloca e per le attuali condizioni che lo connotano, spesso inadeguate rispetto ai mutamenti strutturali che hanno investito città e territori. La ricerca intende produrre mappature complesse di spazi, usi, funzionamenti, processi, politiche, ma anche confrontarsi con temi e strumenti connessi al progetto delle trasformazioni dello spazio e delle forme d’uso alle diverse scale in relazione al disegno futuro di politiche (urbanistiche, sociali, abitative, della formazione) che a vario titolo partecipano oggi alla rimodulazione dei servizi di welfare. 

Parole chiave: welfare materiale, dismissione, pratiche d’uso

8 SafeHer – Modelli concettuali e operativi per il patrimonio e i territori fragili.
Strategie di conoscenza e di intervento in una visione transnazionale

Il patrimonio si è articolato nel ventesimo secolo in una gamma sempre più estesa di realtà, di manufatti, di orizzonti temporali anche ravvicinati, è risorsa e al tempo stesso documento materiale. Questa duplice dimensione connette ancor più strettamente manufatti e territori nei quali si situano, nei loro valori culturali, nelle tracce fisiche della vita produttiva, i cui modi e i cui oggetti si sono modificati anche radicalmente nel tempo.
La dimensione sistematicamente diacronica, storica, si accentua nella tutela e dà ai fatti osservati uno spessore altrimenti difficilmente percepibile. Il destino del patrimonio – tra abbandono e pressione – rispecchia la gestione del territorio, ma può anche orientarla e contribuire con le sue vocazioni a delineare un diverso modello di sviluppo. Si individueranno contesti ed esperienze significative in cui la fragilità, connessa sia al contesto naturale, sia a quello sociale – tra l’abbandono e la pressione – abbia determinato risposte interessanti ma sia, sotto altri aspetti, ancora carico di problemi aperti, richieda una continua elaborazione di nuove soluzioni. Aperto ad un più ampio quadro europeo, il tema deve anche mettere a fuoco strumenti, vedi gli inventari, rispetto ai quali la cultura italiana sconta un’antica arretratezza e di valutare i rapporti fra politiche edilizie, inclusa la tutela, e salvaguardia dell’ambiente. Occorrerà anche valutare quanto la tutela dell’assetto del territorio e del patrimonio architettonico possano tradursi in strategie di resilienza e di coesione economica e sociale. 

Parole chiave: patrimonio, paesaggio alpino, tutela

9 SlowHer – La rigenerazione culturale dei territori fragili corre su infrastrutture lente, leggere e lunghe.
Patrimonio materiale e immateriale come volano per la riattivazione delle aree interne

In Italia c’è una nuova opportunità infrastrutturale, green, per tentare una via alla rigenerazione territoriale per le aree fragili del Paese: è la rete di cammini e ciclovie voluta da MIT e MIBACT (2016). La ciclovia VENTO, ideata dal Politecnico di Milano, ne è parte e costituisce il laboratorio sperimentale per studiare nuovi metodi e forme di valorizzazione dei beni architettonici, culturali e ambientali, cruciali per un possibile modello di turismo lento e rigenerativo. All’interno di questo contesto, e in riferimento a una cornice metodologica integrata e interdisciplinare, la domanda di ricerca si articola su tre questioni fondamentali riconducibili a tre ambiti di attività: i) quali sono i beni culturali e ambientali lungo le ciclovie turistiche e i cammini che rispondono al set di obiettivi dato (Conoscenza)?; ii) quali sono i valori culturali, ambientali, economici e sociali espressi dai diversi gruppi di interesse (viaggiatore, abitante, impresa, territorio)? Quali gli obiettivi di rigenerazione e come possono essere individuati e misurati? (Valutazione); iii) quali funzioni, e per quali soggetti, possono essere immaginate coerentemente con una idea di turismo lento e il sistema di valori dei diversi contesti di riferimento e con l’obiettivo di promuovere una rigenerazione territoriale anti-fragile e di lungo periodo alla scala della linea? Quali le forme di gestione? Quali soggetti coinvolgere e con quale ruolo (Strategia/Gestione)?

Parole chiave: ciclo-vie, mobilità lenta, aree interne

10 MegaHer – Grandi eventi, cambi di paradigma e patrimonio urbano.
Radici storiche, narrazioni, strategie e interventi. 

Nelle città italiane ed europee, la reinterpretazione e le trasformazioni nell’uso del patrimonio culturale e urbano generano opportunità, ma comportano anche rischi non sempre percepiti. La ricerca analizza se e come grandi eventi, cambi di paradigma interpretativi o progettuali relativi al patrimonio urbano possano valorizzare, ma anche compromettere il patrimonio stesso. Esplorando uno o più casi studio, la ricerca coniuga la ricostruzione storica delle narrazioni pubbliche e degli immaginari all’analisi dei progetti e della modificazione del patrimonio urbano, in modo da problematizzare in questo senso il tema della ‘fragilità territoriale’. Candidature Unesco, implementazione di grandi eventi o altri progetti possono costituire casi rilevanti, in ottica longitudinale e comparativa.

Parole chiave: grandi eventi, patrimonio, narrazioni

11 MapFrag – Mappatura di paesaggi fragili.
Strumenti e tecniche di analisi e rappresentazione delle fragilità territoriali

Il progetto ricerca riguarda l’elaborazione di tecniche di mappatura dei paesaggi fragili, che possono assumere diverse declinazioni in relazione agli elementi che vengono considerati, sia interni che generati dalle condizioni di contesto. In particolare, la ricerca indaga gli elementi di interesse documentario di carattere minore, i luoghi di margine, le componenti immateriali non facili da individuare, da rendere leggibili e da mantenere. Ma anche l’instabilità dei paesaggi legata a fattori fisici, ambientali e sociali, le caratteristiche ambientali dei luoghi, eterogenee ed effimere, legate a specifiche condizioni climatiche e di uso, da considerare anche per quanto riguarda le potenzialità di valorizzazione ai fini dello sviluppo territoriale generale e turistico in particolare. Il lavoro di mappatura si basa sulla sperimentazione di tecniche applicate a casi studio concreti e tiene conto delle procedure e delle metodologie di acquisizione dei dati di diversa origine e disponibili attraverso reti digitali e comunità di utenti, con particolare attenzione all’interazione tra utente e paesaggio, alla fornitura di servizi georiferiti tramite dispositivi personali di comunicazione (tablet e smartphone) e alle diverse possibili interfacce (tradizionali e digitali) per la comunicazione agli utenti finali. 

Parole chiave: tecniche di mappatura, metodologie, aree marginali

12 ForDwell – Forme, usi e spazi per l’abitare contemporaneo.
Nuove soluzioni per nuovi abitanti. 

Tema della ricerca sono nuove soluzioni residenziali e l’adeguamento del patrimonio di edilizia pubblica esistente, in risposta ai profondi cambiamenti socio-economico-demografici (trasformazione delle forme famigliari e del mercato del lavoro, migrazioni, invecchiamento della popolazione) e delle criticità da essi innescate (usi transitori e/o condivisi degli alloggi, inadeguatezza delle soluzioni spaziali, assenza di servizi mirati, enorme dispendio energetico, scarsa affordability) che si sommano a quelle dovute ad un decennale rallentamento nella nuova edificazione e al degrado di quella esistente. Il progetto è chiamato a interpretare questi temi e a dare risposte confrontandosi criticamente con le normative e in una cornice di sostenibilità integrale, specie in ambiti urbani fragili. 

Parole chiave: patrimonio residenziale; progetto di architettura e design, cambiamenti socio-demografici

13 PeriFrag – Periferie urbane e metropolitane come territori fragili.
Mappature, progetti e politiche di rigenerazione tra dimensione architettonica, urbana e sociale

La ricerca mira a caratterizzare e a mappare, sotto il profilo edilizio, urbano e territoriale, le forme spaziali e sociali della fragilità nei contesti delle periferie urbane e metropolitane in Italia, in Europa e a livello globale (eventualmente anche con riferimento ai contesti urbani del Global South) anche con l’obiettivo di costruire una sorta di osservatorio sui temi dell’abitare e delle fragilità nelle periferie milanesi di interesse e utilità anche alle istituzioni pubbliche della città. Tra gli obiettivi vi è quello di contribuire a identificare le dinamiche e i processi di mutamento della condizione di perifericità nei contesti urbani, anche attraverso la costruzione di metodologie e sperimentazioni nell’ambito della mappatura dei contesti indagati, con particolare attenzione all’identificazione di strumenti di intervento integrato (in termini di progetti architettonici e urbani, di strumenti di governo e di politiche pubbliche) per la rigenerazione materiale e sociale dei contesti periferici. 

Parole chiave: rigenerazione urbana, periferia, riuso adattivo

14 FrAM – Mobilità e accessibilità per interpretare e governare le fragilità territoriali

La ricerca intende studiare le fragilità territoriali a partire dalle forme di disuguaglianza nell’accesso ai servizi e alle opportunità di un territorio, lavorando sul rapporto tra mobilità e accessibilità. L’attenzione alle condizioni materiali della mobilità e alle pratiche che vi sono associate può offrire un contributo importante per conoscere e regolare le disuguaglianze nell’accesso alle opportunità che dipendono sia dal contesto (dotazioni infrastrutturali e di trasporto, usi del suolo, servizi offerti), sia dalle competenze e dalle risorse di ogni individuo. Lavorando sul rapporto tra mobilità come pratica socio-spazio-temporale e accessibilità come condizione per garantire a ogni individuo la partecipazione alle attività di un territorio, la ricerca ha la finalità di definire come e in base a quali condizioni e contesti, l’accessibilità possa rappresentare una condizione utile per affrontare disuguaglianze nell’accesso a servizi e opportunità di un territorio; al contempo la ricerca intende proporre soluzioni per orientare, in modo selettivo e con attenzione tanto alle condizioni di contesto quanto alle domande e ai bisogni emergenti, interventi sui servizi per la mobilità e sul sistema dei trasporti. Dal punto di vista operativo, la ricerca utilizzerà approcci alla misura dell’accessibilità che tengano conto delle diverse dimensioni dell’accessibilità (usi del suolo, trasportistica, temporale e individuale) alle diverse scale (dalla scala nazionale a quella locale). 

Parole chiave: mobilità, accessibilità, disuguaglianza

 

 

15 ReArch – Riciclo e riuso architettonico.
Metodologie descrittive e strategie di progetto in tessuti urbani e paesaggi fragili

La ricerca prevede messa a punto di metodologie descrittive di ambiti urbani e paesaggistici connotati da processi di sottoutilizzo, abbandono, degrado fisico e ambientale su casi studio identificabili in Italia, in Europa e a livello globale, in aree geografiche significative. Riguardo ai casi studio identificati, è prevista la messa a punto di strategie progettuali basate sul riciclo e riuso architettonico di edifici, manufatti, elementi e componenti, spazi aperti, infrastrutture, con per l’identificazione di strumenti di intervento integrato alle diverse scale (in termini di progetti architettonici e urbani, di restauro, conservazione) e conforme ai requisiti di sostenibilità ambientale e resilienza territoriale. 

Parole chiave: riciclo, metodologie, architettura

16 ProPol – Politiche e programmi per contrastare le fragilità territoriali

La ricerca mira ad analizzare le politiche e i programmi che trattano la questione delle fragilità territoriali in Italia, con un focus sugli ultimi venti anni. A partire dall’analisi degli esiti socio-ambientali e territoriali di alcuni programmi nazionali di sviluppo economico per le aree fragili, la ricerca ne valuta l’efficacia e la capacità (o meno) di dare nuovo corso a territori segnati da forti fenomeni di path dependence.  La ricerca si concentra in particolare su territori marginali investiti da attività manifatturiere inquinanti in passato e oggi in bilico tra dismissioni, bonifiche e ricezione di fondi nazionali e sovranazionali per la transizione energetica ed ecologica (caso studio: Sardegna). Territori di questo tipo presentano fragilità multiple e conflitti più o meno manifesti, in particolare tra protezione ambientale e occupazione. Se le tensioni si mostrano con maggiore violenza a livello locale, le questioni che le originano richiedono un trattamento attraverso politiche e programmi a scala nazionale e sovra-nazionale, con un ruolo diverso dal passato del pubblico nei confronti di grandi attori economici.    

Parole chiave: politiche,  aree interne, conflitti

roadmap

Il cronoprogramma costituisce la roadmap per perseguire gli obiettivi generali del progetto, valorizzando le competenze e peculiarità del nostro Dipartimento

2018
2018 - Avvio del progetto

- Abbiamo costituito la taskforce, che ha guidato le operazioni di avvio del progetto e prodotto un piano di azione discusso in diverse specifiche riunioni dei membri del Dipartimento.

- Abbiamo mappato le attività correnti dei docenti/ricercatori del DAStU, coerenti con il progetto di ricerca, individuando expertise consolidate e prospettive di ricerca, gruppi e laboratori attivi o gruppi di ricerca in costituzione.

- Abbiamo condotto una ricognizione su esperienze simili in corso all’estero, con l’obiettivo di metterci in rete con altri nuclei di eccellenza e docenti internazionali e nazionali e con altri ricercatori impegnati sul fronte del contrasto alle fragilità territoriali.

- Abbiamo costituito un Comitato scientifico internazionale, con l’obiettivo di aiutarci nei passaggi salienti del progetto.

- Abbiamo definito 16 linee di ricerca prioritarie e avviato la costituzione di 16 comitati di riferimento interdisciplinari, ognuno dei quali ha discusso e individuato linee strategiche per la ricerca dei prossimi quattro anni.

- Abbiamo preparato e avviato le procedure di selezione e coordinamento del lavoro dei 16 assegnisti di ricerca che saranno chiamati a lavorare insieme, sebbene da diverse prospettive, sul tema delle fragilità territoriali.

- Abbiamo programmato e avviato le attività di comunicazione delle attività in corso, attraverso social media e canali istituzionali, progettato un sito internet dedicato al progetto e attivato una serie di azioni comunicative e divulgative ad ampio spettro.

2018
2019
2019
- Abbiamo avviato le attività di ricerca dei 16 assegnisti, chiedendo loro di promuovere anche attività comuni e di carattere transdisciplinare.

- Abbiamo presentato il Progetto di eccellenza ai primi tre dottorandi del DAStU, che hanno avviato la loro ricerca sui temi delle fragilità territoriali.

- Abbiamo selezionato 9 temi e bandito altrettante borse di dottorato, avviando il coordinamento tra loro, promuovendo attività transdottorali e garantendo un monitoraggio delle loro attività di ricerca.

- Abbiamo organizzato un evento pubblico di presentazione del progetto: la giornata di studi "Un'agenda di ricerca sulle fragilità territoriali" il 26.03.2019, che ha visto un’ampia partecipazione interna ed esterna al Dipartimento..

- Abbiamo progettato il nuovo sito web dedicato alla ricerca, e abbiamo avviato un Piano di comunicazione del progetto.

- Abbiamo messo a sistema le infrastrutture e le attrezzature presenti nel dipartimento e programmato le nuove acquisizioni, nell’ambito del Sistema dei laboratori sperimentali.

- Abbiamo pianificato e programmato i processi e gli strumenti di monitoraggio del progetto per tenere sotto controllo l'utilizzo delle risorse rispetto al raggiungimento degli obiettivi con particolare attenzione alla crescita delle pubblicazioni internazionali sul tema e alla partecipazione a bandi competitivi.

- Abbiamo organizzato e promosso seminari e giornate di studio, su una molteplicità di temi, spesso in collaborazione con soggetti esterni e con la partecipazione dei membri dell’Advisory Board.

2019
2020
2020
- Abbiamo completato le assunzioni del personale a tempo determinato e indeterminato a valere sul finanziamento del progetto.

- Abbiamo proseguito la strategia di adeguamento tecnologico del Sistema dei Laboratori Sperimentali del Dipartimento, dotandoli di attrezzature avanzate per lo sviluppo delle attività di ricerca sui territori fragili.

- Abbiamo rafforzato le pubblicazioni internazionali e quelle nazionali ad alto impatto, anche dal punto di vista del supporto alle politiche pubbliche e al decision making.

- Abbiamo costruito un palinsesto di più di 20 iniziative di confronto e disseminazione dei risultati della ricerca, anche nonostante le limitazioni poste dalla pandemia.

-Abbiamo co-organizzato due importanti Giornate di Studio, dal titolo "Ricomporre i divari" (17-18 febbraio) in collaborazione con il Forum Disuguaglianze e Diversità, sfociate nell'elaborazione di oltre 20 proposte indirizzate a ridurre le disuguaglianze in Italia, successivamente raccolte in un volume edito da Il Mulino (in uscita nel 2021).

- Abbiamo sostenuto la nascente "Rete Nazionale per le Aree Interne", promossa da assegnisti e dottorandi legati al progetto, che raccorda giovani studiosi su scala nazionale impegnati su questo tema.

- Abbiamo promosso il Seminario interdottorato De-fragilizing Sulmona, applicato al caso studio di uno dei comuni selezionati per la sperimentazione del progetto Casa Italia, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Abbiamo rafforzato le relazioni con altri centri di ricerca per posizionare il tema delle fragilità territoriali all'interno del dibattito internazionale, collegandolo alla riflessione sulle nuove geografie dell'economia europea (Rodríguez-Pose, Ballas, McCann e altri).

- Abbiamo partecipato all'edizione digitale di "Meet me tonight - La notte dei ricercatori" (27-28 novembre) con FragilItaly Tour , un percorso virtuale tra i luoghi della fragilità territoriale in Italia.

- Abbiamo promosso il seminario di mid-term "A che punto siamo? Evidenze e prospettive a metà del percorso" (1° dicembre) per una riflessione collettiva a partire da risultati intermedi della ricerca sul tema delle Fragilità Territoriali.

- Abbiamo concluso l’implementazione del sito web del progetto con la costruzione di un blog che ha animato il dibattito pubblico sul tema del rapporto tra fragilità territoriali e pandemia.

- Abbiamo progettato il primo numero di un “Giornale di bordo” del progetto, in uscita nel 2021.
2020