Workshop Giovani Ricercatori Aree Interne DIARIO DI LAVORO tavolo del 08 Luglio 2020 – Presidio del Territorio e Rischio Idrogeologico

Autore:

Giovani Ricercatori per le Aree Interne

Data:

08 Luglio 2020

L’8 luglio 2020 si è svolto il settimo tavolo del workshop su “Presidio del Territorio e Rischio Idrogeologico”. Grazie davvero a tutti i partecipanti per i loro contributi ricchi e articolati! A partire da una domanda comune sulle forme di conoscenza necessarie per affrontare in modo efficace eventi climatici estremi, rischi e fragilità strutturali nelle aree interne e non solo, i partecipanti hanno reagito portando al tavolo esperienze e riflessioni provenienti da campi disciplinari e ambiti territoriali differenti ma spesso complementari.

In particolare @Giordano Ocelli, attraverso la proposta di un programma di documentazione per l’indagine sull’architettura rupestre nell’area dei Colli Albani e Monti Prenestini (Lazio), ha posto l’attenzione sul valore ambientale e di possibile presidio del territorio di tali manufatti e sulle difficoltà di convergenza di interessi tra proprietari delle aree entro cui tale architetture si collocano, pubblica amministrazione e cittadini. @Carlotta Ebbreo è intervenuta portando la sua esperienza di ricerca e azione sulle Madonie (Sicilia), dove ha osservato diverse razionalità e forme di conoscenza del territorio espresse da policy maker, contadini ed esperti e si è interrogata sul ruolo che l’accademia può avere nel processo di costruzione collettiva di un patrimonio conoscitivo che riesca a fare sintesi tra tali posizioni e a fornire elementi utili all’azione pubblica di contrasto alle fragilità territoriali.@Federica Romagnoli ha indagato territori montani nel Nord-Est d’Italia caratterizzati da vulnerabilità preesistenti che hanno risposto in modalità differenti all’evento estremo della tempesta Vaia rivelando una forte frammentazione di competenze e conoscenze.

@Gabriele Ajò, in riferimento al contesto dei Monti Dauni (Puglia), ha sollevato il tema della cultura sismica locale, che potrebbe essere integrata attraverso la conoscenza prodotta da esperimenti di laboratorio volti a valutare la risposta sismica di più comparti edilizi. @Dijana Bukvic ha indagato il rapporto tra rovina e progetto contemporaneo in aree colpite da eventi sismici nel Centro Italia, sottolineando il ruolo che i ruderi possono avere nella trasmissione della memoria del luogo. @Enrico Mariani ha raccontato l’esperienza in corso del Premio di Studi Massimo Dell’Orso che darà luogo ad un archivio di conoscenza interdisciplinare e situata sull’Appennino, necessaria per integrare il sapere esperto finora intervenuto, con esiti contrastanti, nelle aree colpite dal sisma. Spostandosi sul territorio delle Alpi, @Silvia Restelli ha condiviso con noi le sue ricerche su fragilità intrinseche e/o esito di processi di lungo corso in aree montane caratterizzate sia da fenomeni di contrazione che di sovrautilizzo.

@Giovanni Asmundo ha condiviso con noi il suo lavoro di ricostruzione del processo di autoanalisi popolare e di pianificazione organica per la creazione di infrastrutture di contrasto alla siccità nella valle del Belice avviato a metà anni degli Cinquanta grazie al lavoro di Danilo Dolci e in parte interrotto dall’evento catastrofico del terremoto del 1968. @Silvia Montecchiari ha portato uno sguardo giuridico all’interno del dibattito, sostenendo la necessità dell’introduzione di una normativa post-sisma unitaria per l’intero territorio italiano, che permetterebbe di superare l’attuale frammentarietà, disomogeneità e scarsa efficacia delle risposte ai sismi e accoglierebbe le indicazioni delle più avanzate convenzioni internazionali in materia. 

@Rosa Grasso ci ha resi partecipi del suo studio sul Delta del Po e in particolare sul Basso Ferrarese, mostrandoci l’utilità di azioni di catalogazione delle diverse opere di contrasto all’innalzamento dei mari e dell’elaborazione di scenari futuri sul tema dell’adattamento climatico. @Silvia Tardella ha mostrato la relazione tra insediamenti costieri e aree interne nelle Marche, proponendo riconsiderare quali siano i reali luoghi della fragilità e quale sia il potenziale delle terre alte in quel territorio. @Giovanna Maria La Face ha esposto il caso di alcuni centri minori appartenenti alla città metropolitana di Reggio Calabria, proponendo un nuovo metodo di valutazione della resilienza che permetta di intervenire in modo efficace sulla manutenzione di questi luoghi. @Marco Pizzi ha riportato il dibattito sul tema dei sismi in Umbria, raccontando lo studio in corso sulla trasformazione del capitale sociale di alcune comunità locali colpite dal terremoto. Ha concluso @Pasquale La Malva condividendo con noi gli esiti di uno studio che avrà la funzione di sistema di supporto alle decisioni pubbliche in materia di adattamento locale ai cambiamenti climatici.

Vi aspettiamo al prossimo incontro (venerdì 10 luglio) per parlare di strategie di sviluppo economico!

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